Rai 3 riaccende i riflettori sul racconto delle vite più intense e delle sfide più ardue con il ritorno di “Che ci faccio qui”. A partire dal 30 maggio, in prima serata alle 21.20, Domenico Iannacone ci guiderà attraverso una nuova serie di tre episodi che indagano nel profondo Sud Italia, esplorando se i cambiamenti promessi abbiano davvero preso piede.
Il debutto della prima puntata, intitolata “Ti vengo a cercare,” vede Iannacone tornare in Calabria, una terra caratterizzata da contrasti marcati. L’obiettivo è raccontare storie di resistenza e dignità umana. Tra le figure principali spicca Antonino De Masi, imprenditore che ha pagato un prezzo altissimo per sfidare la ‘ndrangheta.
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Chi è Antonino De Masi
Antonino De Masi è noto come un impavido imprenditore della Calabria, simbolo della ribellione contro la criminalità organizzata. La sua lotta in una terra ostile come la Calabria è l’emblema di chi si oppone coraggiosamente ai soprusi delle cosche. Da anni, De Masi vive sotto protezione, lontano dalla sua terra natale, mentre la sua famiglia è costretta a risiedere in un luogo sicuro nel Nord Italia. La sua azienda, situata nel cruciale porto di Gioia Tauro, è costantemente sorvegliata dall’esercito per evitare attacchi mafiosi.
Denunciare apertamente la ‘ndrangheta è stata una scelta di estrema coraggiosa per De Masi. Questa lotta gli ha comportato gravi conseguenze, sia a livello personale che professionale, inclusi molteplici attacchi alla sua azienda e continue minacce alla sua vita. Nonostante tutto, il suo obiettivo principale rimane chiaro: resistere. La sua ferma decisione di sfidare la criminalità organizzata è un esempio di grande coraggio e integrità.
In questa dura battaglia, Antonino De Masi non è mai stato solo. Al suo fianco è presente suo figlio, Giuseppe, che ha scelto di tornare in Calabria per combattere al fianco del padre. Tale decisione difficoltosa sottolinea il forte legame familiare e l’impegno comune verso la giustizia e la legalità. Giuseppe rappresenta un segnale di speranza e permesso di continuità, dimostrando che i valori di resistenza sono stati tramandati alla nuova generazione.
Moglie e Altri Figli
La moglie di Antonino e gli altri figli vivono sotto la costante minaccia della ‘ndrangheta. Adattarsi a una vita sotto protezione è un sacrificio durissimo, ma necessario per mantenere la loro sicurezza. Nonostante le difficoltà, la famiglia De Masi rimane unita e determinata a supportare Antonino nella sua battaglia.
La Calabria, con la sua intricata rete criminale, è un territorio complesso. Il porto di Gioia Tauro, cuore delle attività dell’azienda De Masi, rappresenta un punto nevralgico per le operazioni illecite delle cosche. In questo contesto, l’opposizione di Antonino alla ‘ndrangheta assume un peso significativo, diventando una sfida diretta al potere radicato delle cosche mafiose.
Il Supporto della Comunità
La lotta di De Masi ha suscitato un ampio consenso e sostegno sia a livello locale che nazionale. Molti cittadini e organizzazioni si sono schierati dalla sua parte, riconoscendo il suo coraggio e sostenendo la sua causa. Questo supporto è fondamentale per proseguire nella battaglia contro la criminalità organizzata e costruire una società più giusta e sicura.
Il Futuro di Antonino De Masi
Il futuro di Antonino De Masi e della sua famiglia dipende strettamente dalla loro capacità di resistere e non cedere alla paura. La presenza di Giuseppe è una speranza concreta per il futuro, segnalando che la lotta per la legalità continuerà. La storia di De Masi testimonia come la determinazione e il coraggio possano davvero fare la differenza, anche nelle situazioni più critiche.
Domenico Iannacone e il programma “Che ci faccio qui” promettono di portare alla luce queste storie di resistenza e coraggio, creando una lente attraverso cui osservare un’Italia che lotta per cambiare.
Approfondisci la storia e la lotta quotidiana di Antonino De Masi e scopri come la determinazione individuale può combattere contro il potere criminoso grazie a “Che ci faccio qui”, in onda su Rai 3.
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