Tre proiettili sono stati inviati in una busta allo studio dell’avvocato difensore di Filippo Turetta, condannato per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Indagini in corso.
Tre cartucce sono state recapitate oggi presso lo studio legale di Giovanni Caruso, avvocato difensore di Filippo Turetta, recentemente condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin. La scoperta è stata fatta dallo stesso legale, che ha immediatamente informato le autorità competenti. Gli agenti della polizia, intervenuti presso lo studio situato a Padova, hanno sequestrato la busta contenente i proiettili e avviato le verifiche necessarie per chiarire la vicenda.
Secondo le prime informazioni, la busta era di colore bianco, affrancata ma priva di scritte o messaggi espliciti al suo interno, ad eccezione delle tre cartucce avvolte in un foglio di carta. Gli esperti della polizia scientifica stanno ora analizzando gli oggetti per cercare di risalire alla provenienza del plico e individuare eventuali collegamenti con il caso giudiziario che ha visto protagonista Turetta. “Confermo ma non posso dire altro”, ha dichiarato in modo sintetico Caruso, evitando di fornire ulteriori dettagli.
L’episodio si inserisce in un contesto già segnato da tensioni e polemiche. Nei giorni scorsi, infatti, Giovanni Caruso era stato oggetto di critiche a seguito della sua arringa difensiva durante il processo che ha portato alla condanna di Turetta. Le sue argomentazioni avevano suscitato reazioni particolarmente forti, tra cui quella del padre della vittima, Gino Cecchettin, che aveva espresso il proprio disappunto per le parole utilizzate dal legale. “La memoria di Giulia è stata umiliata”, aveva affermato Cecchettin, manifestando anche un’offesa personale per quanto dichiarato in aula.
Nonostante le critiche ricevute, Caruso e la sua collega Monica Cornaviera hanno difeso il loro operato, sostenendo di aver agito nel pieno rispetto delle regole e del loro ruolo professionale. “Come difensori siamo assolutamente certi di non aver travalicato in alcun modo i limiti della continenza espressiva e di non aver mancato di rispetto a nessuno. Abbiamo solo svolto il nostro dovere in uno Stato di diritto”, avevano dichiarato all’Ansa.
La vicenda giudiziaria che coinvolge Filippo Turetta ha avuto un forte impatto sull’opinione pubblica. Il giovane è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio avvenuto l’11 novembre 2023, ma la sentenza non ha riconosciuto le aggravanti di crudeltà e stalking, né ha concesso attenuanti. Questo aspetto potrebbe aprire la strada a un possibile appello, come spiegato dallo stesso Caruso: “Non è stata accolta in toto la richiesta della Procura, come qualcuno potrebbe dire. Sono state riconosciute fondate alcune delle deduzioni difensive. Potrebbero essere riconosciute in appello, lo dico in astratto: leggeremo le motivazioni e faremo una valutazione”.
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