Un anno fa, il 20 novembre 2023, è scomparsa l’attrice e scrittrice Anna Kanakis, dopo una lunga battaglia contro un linfoma. Il marito Marco Merati Foscarini ha condiviso ricordi e dettagli delle sue ultime volontà.
Un anno fa, il mondo dello spettacolo ha perso Anna Kanakis, attrice e scrittrice, che si è spenta a soli 61 anni dopo aver combattuto contro un linfoma. La malattia, che aveva scoperto nel 2018 durante un controllo di routine, non era mai stata resa pubblica dall’attrice. Durante gli anni della sua lotta, Kanakis ha sempre mantenuto uno spirito combattivo, continuando a vivere con intensità e dedicandosi agli altri. Il marito, Marco Merati Foscarini, ha raccontato al Corriere della Sera gli ultimi momenti della loro vita insieme e le decisioni prese dalla moglie prima della sua scomparsa.
La diagnosi arrivò inaspettatamente cinque anni prima della sua morte. Kanakis si sottopose a un semplice esame del sangue di routine che rivelò la malattia. Nonostante il duro colpo, l’attrice affrontò la situazione con coraggio e determinazione. “In parte, perché me l’avevano detto. Però la speranza nel miracolo ce l’hai sempre”, ha spiegato il marito, ricordando come la coppia avesse continuato a vivere al meglio durante i periodi di remissione della malattia. “Abbiamo fatto viaggi, vacanze, aveva scritto il suo ultimo libro. Era stata bene”, ha aggiunto.
Durante il periodo della malattia, Anna Kanakis non si è mai lasciata sopraffare dalla paura o dalla disperazione. Al contrario, si è concentrata sull’aiutare gli altri. Ha scelto di sostenere il reparto di Ematologia del Policlinico Umberto I di Roma, dove era in cura e dove, purtroppo, si è spenta. Questo reparto, che si occupa di pazienti con malattie del sangue, è una struttura pubblica con risorse limitate. Grazie al suo contributo, Kanakis ha finanziato la ristrutturazione dell’intero reparto, lasciando un segno tangibile del suo impegno. “Ci sono tre targhe che la ricordano”, ha detto il marito.
Fino all’ultimo momento, Kanakis sperava che le terapie potessero portare a un miglioramento delle sue condizioni. “A ogni visita, chiedeva che probabilità avesse e andava avanti”, ha raccontato Foscarini, aggiungendo che l’attrice non si era mai arresa. Tuttavia, negli ultimi giorni, sembra che Kanakis avesse compreso la gravità della situazione. Dieci giorni prima della sua morte, decise di modificare il testamento per destinare i proventi della vendita dei suoi gioielli a due fondazioni: la Fondazione Veronesi e la FIL (Fondazione Italiana Linfoma). “Forse, aveva capito, ma non lo diceva, per proteggere me”, ha rivelato il marito.
Oltre al suo impegno filantropico, negli ultimi mesi di vita Kanakis si è dedicata alla famiglia, trovando conforto nella nascita di una bambina, figlia della nipote del marito. La piccola Sofia Nicla, affettuosamente soprannominata Pupazza, è diventata una fonte di gioia per l’attrice. “Da poco era nata una bimba, figlia di mia nipote, e lei se n’era innamorata”, ha raccontato Foscarini. Nei suoi ultimi giorni di vita, le uniche chat che controllava erano quelle contenenti le foto della piccola Pupazza. Come gesto d’amore e ricordo, Kanakis ha lasciato alla bambina la sua amata casa al mare a Porto Santo Stefano.
La storia d’amore tra Anna Kanakis e Marco Merati Foscarini è stata intensa e profonda. I due si conobbero quando lei aveva 42 anni e lui 57 e si sposarono dopo soli quattro mesi di frequentazione. Il loro legame era basato su una forte complicità e condivisione. “La complicità. L’ho scritto nel mio necrologio, parlavamo di tutto”, ha dichiarato Foscarini, ricordando i momenti felici trascorsi insieme.
Dopo aver lasciato la recitazione, Kanakis aveva scelto di dedicarsi alla scrittura, pubblicando libri che riflettevano la sua sensibilità e profondità d’animo. La decisione di abbandonare il mondo dello spettacolo era stata dettata dalla volontà di esplorare nuove forme di espressione artistica e personale.
La scomparsa di Anna Kanakis ha lasciato un vuoto non solo nella vita del marito e dei suoi cari, ma anche nel panorama culturale italiano. La sua determinazione nel combattere la malattia e il suo impegno per gli altri rimarranno un esempio per molti. Le sue ultime volontà testimoniano il desiderio di continuare ad aiutare gli altri anche dopo la sua morte.