Un’esplosione devastante ha distrutto una fabbrica illegale di fuochi d’artificio situata in contrada Patacca, al civico 94, a Ercolano, causando la morte di tre giovani: Samuel Tafciu, un diciottenne di origini albanesi, e le sorelle Aurora e Sara Esposito, rispettivamente di 19 e 24 anni. Per i tre ragazzi era il primo giorno di lavoro in quella struttura che, secondo testimonianze, era stata allestita solo pochi giorni prima. Tutti e tre lavoravano senza un regolare contratto.
La tragedia si è verificata il 18 novembre e il boato dell’esplosione è stato udito chiaramente anche nei comuni limitrofi del Vesuviano, lasciando sgomenti i residenti. Sul posto sono intervenuti immediatamente i soccorsi, ma per i tre giovani non c’è stato nulla da fare.
La madre della compagna di Samuel Tafciu, con voce spezzata dal dolore, ha raccontato il dramma che ha colpito la loro famiglia. “Dentro c’erano mio genero e le due ragazze. Ci hanno chiamato alle 13 ed era tutto a posto. Alle 15 siamo stati avvertiti che la fabbrichetta era scoppiata. Mio genero lascia mia figlia di 17 anni e una bambina di quattro mesi,” ha dichiarato. Samuel, che viveva a Ercolano insieme alla compagna e alla loro neonata, aveva compiuto 18 anni appena a giugno. Il lavoro, purtroppo, si era rivelato una trappola mortale.
Secondo le prime indagini, la struttura era un laboratorio artigianale clandestino, destinato alla produzione di fuochi d’artificio probabilmente destinati alla vendita in vista delle festività di fine anno. Il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, ha confermato che l’attività non risultava registrata e che non era stata presentata alcuna autorizzazione né al Comune né ad altri enti preposti. “Si trattava di un’attività completamente abusiva,” ha sottolineato.
I racconti dei familiari delle vittime gettano ulteriore luce sulla precarietà e il dramma che si celavano dietro quel primo giorno di lavoro. “Era il primo giorno di lavoro per mio genero,” ha aggiunto la suocera di Samuel. “Le due ragazze lavoravano lì per aiutare la madre. Non sappiamo cosa sia successo.” Parole che evidenziano la disperazione di chi ha perso tutto in un istante.
La dinamica dell’esplosione resta ancora da chiarire. Gli inquirenti stanno lavorando per ricostruire i fatti e verificare eventuali responsabilità. L’area è stata completamente isolata per consentire le operazioni di messa in sicurezza e le analisi tecniche. L’esplosione ha infatti distrutto interamente la struttura, rendendo difficile anche il recupero di elementi utili per comprendere le cause esatte del disastro.
Il dolore per la perdita delle tre giovani vite si mescola con l’indignazione per la pericolosità delle attività clandestine che, spesso, proliferano nelle aree periferiche del territorio campano. La produzione illegale di fuochi d’artificio rappresenta un fenomeno tristemente noto, che ogni anno causa tragedie analoghe. La mancanza di controlli e la ricerca di manodopera a basso costo, spesso non qualificata, aggravano ulteriormente il rischio.
Sul posto è stato anche osservato un minuto di silenzio da parte di amici e familiari accorsi non appena appresa la notizia. Samuel Tafciu, descritto come un giovane responsabile e dedito alla sua famiglia, lascia una compagna di soli 17 anni e una neonata di quattro mesi. Aurora e Sara Esposito, invece, erano sorelle che lavoravano per sostenere la madre in difficoltà economiche.
I cittadini di Ercolano sono sotto shock. “Non ci sono parole per esprimere il dolore,” ha detto un residente che conosceva le vittime. “È una tragedia che si poteva evitare.” Il sindaco Buonajuto, a nome dell’intera comunità, ha espresso il suo cordoglio alle famiglie delle vittime e ha promesso impegno per contrastare simili attività illegali nel territorio.
L’episodio solleva interrogativi urgenti sulla necessità di intensificare i controlli per prevenire la diffusione di laboratori clandestini. Tuttavia, ciò non basta a placare il dolore di chi ha perso i propri cari in una tragedia così improvvisa e devastante. Le autorità continuano a indagare per individuare i responsabili e comprendere chi abbia organizzato e avviato l’attività illegale.
Intanto, mentre Ercolano piange le sue vittime, il caso riaccende i riflettori sul problema delle morti sul lavoro, in particolare in contesti di illegalità e precarietà. La vicenda di Samuel, Aurora e Sara è un drammatico monito sulla necessità di maggiori tutele per i lavoratori, soprattutto i più giovani e vulnerabili.
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