Arcangelo Correra, appena maggiorenne, è morto al Vecchio Pellegrini di Napoli dopo essere stato colpito alla testa da un proiettile. Le indagini proseguono per chiarire le circostanze.
NAPOLI – Aveva compiuto 18 anni il 25 ottobre, appena due settimane prima della sua tragica scomparsa. Arcangelo Correra è morto all’alba all’ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli, dove era stato ricoverato in gravi condizioni nella notte, dopo essere stato colpito alla testa da un proiettile. Il ragazzo, incensurato, viveva a pochi metri dal luogo in cui è stato ferito e lavorava insieme al padre in una copisteria di via dei Tribunali, mentre la madre gestisce un negozio di abbigliamento nella stessa zona.
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Lo sparo notturno in via dei Tribunali
Il giovane è stato colpito in via dei Tribunali, all’angolo con piazzetta Sedil Capuano, una zona del centro storico di Napoli, teatro di diverse tragedie in passato. Le circostanze del colpo sono al vaglio della Squadra Mobile della Questura di Napoli, guidata dal dirigente Giovanni Leuci. In merito all’omicidio, due giovani sono stati accompagnati negli uffici della questura per essere ascoltati e potrebbero essere coinvolti nei fatti.
Secondo le prime ipotesi investigative, sarebbe stato esploso un unico proiettile, che ha raggiunto Correra in modo letale. Tuttavia, durante i rilievi sulla scena del crimine, gli agenti hanno trovato un altro bossolo e un’ogiva non esplosi, compatibili con una pistola semiautomatica che potrebbe essersi inceppata. È possibile che, nel tentativo di sparare, l’arma abbia subito un difetto, forse dovuto a uno “scarrellamento” con il colpo già in canna o a un malfunzionamento.
Indagini in corso: i legami familiari e la dinamica ancora da chiarire
Arcangelo Correra non aveva precedenti penali ed era considerato un ragazzo estraneo ad ambienti malavitosi. Tuttavia, da fonti investigative emerge un legame di parentela tra il 18enne e Luigi Caiafa, un cugino morto in circostanze tragiche nel 2020. Luigi, 17 anni, fu ucciso durante una rapina da un agente di polizia in una traversa di via Duomo. La famiglia Caiafa è stata, negli ultimi anni, segnata da episodi violenti: il padre di Luigi, Ciro Caiafa, è stato ucciso pochi mesi dopo, il 31 dicembre 2020, mentre si trovava nella propria abitazione in via Sedil Capuano, lo stesso quartiere dove è avvenuto il ferimento di Arcangelo.
Nel caso dell’agguato a Ciro Caiafa, i killer entrarono direttamente nella casa della vittima, sparando in un “basso” del quartiere e ferendo anche un 28enne che in quel momento stava tatuando il quarantenne.
Una comunità sconvolta e in cerca di risposte
Il quartiere in cui viveva Arcangelo è scosso dall’accaduto, e i suoi amici e familiari faticano a comprendere come un giovane che non aveva mai avuto problemi con la giustizia sia finito vittima di un agguato mortale. La madre e il padre, titolari di attività nella zona, sono descritti come persone tranquille e benvolute nella comunità. La polizia sta ora cercando di capire se esistano motivi personali o legami indiretti che possano aver condotto alla tragedia. Le autorità non escludono alcuna pista e continuano a raccogliere testimonianze, analizzare le telecamere della zona e ricostruire il contesto in cui è avvenuto il fatto.
Gli abitanti del centro storico di Napoli, in particolare di via dei Tribunali, si dicono preoccupati per l’ennesimo episodio di violenza in una zona che si trova spesso al centro delle cronache. La presenza di numerosi negozi e attività commerciali, affiancati da una storica concentrazione di “bassi” – tipiche abitazioni napoletane al piano terra – rende il quartiere un’area vivace, ma anche esposta a situazioni di rischio.
Arcangelo Correra, un destino segnato da episodi violenti
Il legame di parentela tra Arcangelo e Luigi Caiafa richiama, per molti, una drammatica coincidenza. La famiglia Caiafa ha subito due lutti nel corso di pochi mesi nel 2020, e ora, con la morte di Arcangelo, si aggiunge un altro capitolo di dolore. La polizia indaga per accertare se il giovane fosse un obiettivo intenzionale o se sia stato vittima di un episodio accidentale. La dinamica esatta resta incerta: sebbene un solo colpo sia stato effettivamente esploso, la presenza di bossoli inesplosi potrebbe suggerire una lotta o un tentativo di intimidazione sfociato in tragedia.
Le autorità mantengono il riserbo sugli sviluppi, confermando che due giovani sospettati sono stati ascoltati per ottenere maggiori dettagli sull’accaduto. La comunità locale, intanto, attende di conoscere i risultati delle indagini, sperando che emerga presto la verità su quanto accaduto al giovane Arcangelo Correra.
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