Il film “Pompei” del 2014 offre una rappresentazione romanzata dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Pur basandosi su alcuni elementi storici, la narrazione contiene numerose licenze artistiche per esigenze cinematografiche.
L’eruzione del Vesuvio nel film “Pompei”
Il film “Pompei”, diretto da Paul W.S. Anderson nel 2014, racconta la drammatica storia dell’eruzione del Vesuvio che distrusse l’antica città romana nel 79 d.C. Sebbene il film si basi su un evento storico reale, la narrazione cinematografica prende diverse libertà creative per aumentare il pathos e la spettacolarità.
Analizziamo gli elementi storicamente accurati e quelli romanzati presenti nella pellicola.La ricostruzione visiva dell’antica Pompei è uno degli aspetti più apprezzabili del film. Anderson ha dichiarato di essersi ispirato direttamente alla visita dei resti archeologici:
“Visitare Pompei è stata un’esperienza profondamente toccante. Vedere i calchi dei corpi pietrificati mi ha colpito nel profondo e ha dato vita all’idea del film.”Effettivamente, la scenografia ricrea con cura l’architettura e l’atmosfera della città romana prima della catastrofe.Anche alcuni dettagli sui personaggi traggono spunto da reperti reali. Il gladiatore Attico, interpretato da Adewale Akinnuoye-Agbaje, è ispirato al calco di un uomo robusto di probabile origine africana, ritrovato in una posa di difesa dalla lava. Similmente, la storia d’amore tra i protagonisti Milo e Cassia trae ispirazione dal famoso calco delle “due fanciulle” abbracciate, sebbene studi successivi abbiano rivelato trattarsi di due uomini.
Le licenze narrative di come finisce “Pompei”
Nonostante questi elementi di verosimiglianza, il film contiene numerose invenzioni e forzature storiche. Il personaggio del senatore Quinto Attilio Corvo è completamente fittizio, creato come antagonista per ostacolare la relazione tra i protagonisti.
Non esistono riscontri storici di un senatore con quel nome nel periodo dell’eruzione.La rappresentazione dei gladiatori risulta poco accurata, specialmente per quanto riguarda la lingua. È altamente improbabile che gladiatori di diverse provenienze potessero comunicare fluentemente tra loro, come avviene tra Milo e Attico nel film.Anderson ha accelerato notevolmente la tempistica dell’eruzione per esigenze narrative.
Mentre nella realtà il fenomeno si protrasse per oltre 24 ore con diverse fasi, nel film tutto si svolge in maniera molto più rapida e spettacolare. Le “palle di fuoco” che piovono sulla città sono un’evidente esagerazione cinematografica.Anche lo tsunami mostrato nel film è una licenza artistica. Sebbene l’eruzione abbia effettivamente causato perturbazioni marine, l’entità del fenomeno è stata enormemente amplificata per aumentare il pathos.Il vulcanologo Pier Paolo Petrone dell’Università Federico II di Napoli ha commentato:
“Il film drammatizza eccessivamente alcuni aspetti dell’eruzione. Tuttavia, riesce a trasmettere l’idea della potenza distruttiva del fenomeno e del suo impatto sulla popolazione.”Un elemento accurato è invece la rappresentazione dei fenomeni precursori dell’eruzione. Il film mostra correttamente i terremoti e le scosse che precedettero l’evento principale, in linea con le ricostruzioni scientifiche.
La data dell’eruzione indicata nel film, il 24 agosto 79 d.C., è quella tradizionalmente accettata sulla base di una lettera di Plinio il Giovane. Tuttavia, recenti studi archeologici suggeriscono che l’evento possa essere avvenuto in autunno, probabilmente il 24 ottobre. Il film non tiene conto di queste nuove ipotesi, essendo stato realizzato prima della loro diffusione.Il regista Anderson ha dichiarato in merito alle licenze narrative:“Il nostro obiettivo era creare un’esperienza coinvolgente per lo spettatore, pur mantenendo un nucleo di verità storica.
Abbiamo amplificato alcuni aspetti per ragioni drammaturgiche, ma sempre cercando di rispettare l’essenza dell’evento.”In conclusione, “Pompei” offre una rappresentazione romanzata ma suggestiva dell’antica città e della sua tragica fine. Pur non essendo un documentario storico, il film riesce a trasmettere l’impatto emotivo e la portata devastante dell’eruzione del Vesuvio, mescolando elementi di finzione a un substrato di fatti storici. Lo spettatore è invitato a godersi lo spettacolo, mantenendo però la consapevolezza che si tratta di un’opera di intrattenimento e non di una ricostruzione storica rigorosa.
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