Un dramma familiare che ha scosso l’America e continua a sollevare interrogativi sul sistema giudiziario, mentre nuove prove potrebbero riaprire il caso dopo oltre tre decenni
Il 20 agosto 1989 segnò l’inizio di uno dei casi più controversi nella storia criminale americana. I fratelli Lyle ed Erik Menendez, allora ventenni, commisero un atto che avrebbe sconvolto la nazione: l’omicidio brutale dei loro genitori, José e Kitty Menendez, nella loro lussuosa villa di Beverly Hills.
La Notte Fatale
Armati di fucili a canna liscia, i fratelli fecero irruzione nella camera da letto dei genitori, scatenando una carneficina. José fu colpito sei volte, con un colpo fatale alla testa. Kitty, nel disperato tentativo di fuggire, fu raggiunta da dieci proiettili, l’ultimo sparato a bruciapelo al volto dopo che Lyle aveva ricaricato l’arma.
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Indagini e Svolte Inaspettate
Inizialmente, i fratelli Menendez tentarono di depistare le indagini, sostenendo di avere un alibi solido. La svolta giunse sei mesi dopo, quando l’amante dello psicologo di Erik rivelò l’esistenza di una registrazione audio incriminante. Nel marzo 1990, i fratelli furono arrestati, dando inizio a un processo che avrebbe catturato l’attenzione dell’America per anni.
Difesa e Accusa: Due Versioni Contrastanti
La difesa dei Menendez si basò su un racconto di abusi e violenze subite per anni dal padre, con la complicità della madre. Secondo i fratelli, quella tragica sera temevano per la loro vita, convinti che i genitori volessero eliminare ogni prova degli abusi. L’accusa, d’altro canto, dipinse un quadro di avidità e premeditazione, sottolineando le spese folli dei fratelli dopo l’omicidio, che ammontarono a oltre 700.000 dollari in beni di lusso e viaggi.
Il Verdetto e le Conseguenze
Dopo un primo processo annullato, nel 1996 Lyle ed Erik furono condannati all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionata. Inizialmente separati in diverse strutture penitenziarie, dal 2018 sono detenuti nello stesso istituto.
Nuove Speranze e Controversie Persistenti
Nonostante numerosi appelli respinti, i fratelli Menendez non si arrendono. Nel maggio 2023, hanno presentato una richiesta di revisione del processo, basata su nuove prove che potrebbero corroborare le loro accuse di abusi. Tra queste, una lettera di Erik al cugino Andy Cano, scritta un anno prima degli omicidi, che alluderebbe agli abusi in corso, e la testimonianza di Roy Rosselló, ex membro della boy band Menudo, che ha accusato José Menendez di averlo aggredito sessualmente quando era adolescente.La serie Netflix “Monsters: The Lyle and Erik Menendez Story” ha riacceso l’interesse pubblico sul caso, esplorando le diverse prospettive e sollevando nuovi interrogativi.
La produzione, che vede Javier Bardem e Chloë Sevigny nei panni dei genitori Menendez, ha suscitato reazioni contrastanti, incluse critiche da parte di Erik Menendez per presunte rappresentazioni inaccurate.Mentre i fratelli attendono la decisione del giudice sulla possibilità di un nuovo processo, il caso Menendez continua a dividere l’opinione pubblica e a generare dibattiti sul sistema giudiziario americano, sulla natura della giustizia e sui limiti della legittima difesa in casi di presunti abusi familiari.La vicenda dei fratelli Menendez rimane un capitolo oscuro della storia criminale americana, un caso che, a oltre trent’anni di distanza, non cessa di sollevare domande sulla verità, sulla giustizia e sulla complessità della natura umana di fronte a traumi e violenze familiari.
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