Mike Bongiorno: Una Leggenda della TV Italiana avrebbe compiuto 100 anni. Ricordiamo la sua incredibile carriera che ha segnato la storia del piccolo schermo, dalla TV in bianco e nero alle prime emittenti commerciali.
Il 26 maggio, Mike Bongiorno avrebbe festeggiato il suo centenario. Una figura che ha segnato la vita di molti italiani, Mike è stato molto più di un semplice presentatore televisivo. Per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo personalmente, come il sottoscritto, Mike è stato un amico sincero e un compagno di avventure indimenticabili.
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Televisione Personificata
Mike Bongiorno è stato il simbolo della televisione italiana per decenni, rappresentando il passaggio dalla TV in bianco e nero al colore, dall’idea educativa della televisione pubblica alle prime emittenti commerciali. Il suo volto è diventato sinonimo di TV popolare, incarnando il concetto di modernità con l’entusiasmo di chi cerca continuamente novità, sempre ottimista verso il futuro.
Mike era un uomo rassicurante, capace di unire persone di ogni classe sociale. La sua ottimistica fiducia nel domani derivava dalle difficoltà vissute durante la giovinezza: dalla guerra all’arresto, fino ai giorni di prigionia a San Vittore e la paura della deportazione. Alla fine, fu il suo passaporto americano a salvarlo, permettendogli di ricostruirsi una vita negli Stati Uniti.
Ricordo ancora una sera a casa sua, quando mi mostrò la cinta che indossava il giorno in cui fu liberato dalla prigione, con la Croce Rossa. Pesava meno di 40 kg in quel momento, un ricordo che lo commuoveva profondamente, come se fosse successo solo il giorno prima.
Una Famiglia Reale della Televisione
Nato nel 1924, Mike è riuscito a raccontare e persino a prevedere il futuro. Le copertine degli anni Settanta e Ottanta lo ritraevano con la sua famiglia, quasi come una famiglia reale, ammirata da tutti. Mike in montagna, Mike in barca, Mike che scia: immagini che facevano sognare milioni di italiani.
Un episodio che per me rimane significativo risale a quando ero bambino. Mike venne a Savona una domenica mattina, per promuovere un’enciclopedia. Avevo otto o nove anni, e la sua presenza in provincia era un vero evento. Mio padre mi portò a vederlo al cinema Astor, oggi trasformato in uno store. Il cinema era gremito, ma riuscii a vederlo. Con il suo cardigan e i fogli in mano, era esattamente come in TV, togliendo e rimettendo gli occhiali con il gesto che lo caratterizzava. Era proprio lui, Mike Bongiorno, ovunque si trovasse.
Un’Archetipo del Novecento
Mike Bongiorno è stato un’opera pop, un archetipo del ventesimo secolo. Lo stupore che provai da bambino quella domenica a Savona non è mai cambiato. L’ho rivissuto ogni volta che ho passato del tempo con lui, nelle conversazioni più semplici e quotidiane.
Mike era amato da tutti, perché molti dei nostri ricordi più cari hanno come sottofondo la sua voce o la sua immagine. Era con noi il giovedì sera con “Rischiatutto”, ai festival di Sanremo, e a mezzogiorno quando tornavamo da scuola. Per molti, è stato la prima immagine televisiva, l’uomo che ha inaugurato le trasmissioni della Rai e che teneva l’Italia incollata allo schermo con “Lascia o Raddoppia”.
Mike Bongiorno rappresentava un’Italia più ingenua, ma certamente più buona, rispettosa ed educata. Un’Italia che, nonostante fosse più povera, era probabilmente più felice. La sua eredità vive ancora oggi, nella memoria collettiva di un Paese che ha imparato a sognare con lui.
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