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Carlo Verdone: «Mamma mi colpì nel fondoschiena per farmi salire su un palcoscenico. Vai scemotto, un giorno mi sarai grato. Aveva ragione»

È in arrivo dal 16 novembre su Paramount+ la terza stagione di “Vita da Carlo 3“, la serie che segna un nuovo capitolo nella carriera di Carlo Verdone. Questa fortunata produzione segna il passaggio di Verdone da un cinema di grande schermo a uno seriale, mettendo in risalto le sfide e le ansie che l’attore e regista romano continua a vivere, anche dopo decenni di carriera. In una recente intervista al settimanale Chi, Verdone ha condiviso le sue emozioni in merito al debutto di questa nuova stagione, ammettendo: «Ogni volta per me è un esame. Ho sempre fatto questo lavoro avendo una costante paura di fallire».

La tensione prima del debutto

Non è una novità che Carlo Verdone, nonostante i suoi numerosi successi, affronti ogni nuovo inizio con una certa dose di nervosismo. Questa tensione sembra infatti accompagnarlo sin dai suoi esordi, ma oggi l’attore riesce ad affrontarla con una maggiore maturità. Riflessioni sul passato lo conducono a un episodio cruciale avvenuto alla fine degli anni ’70: la serata del suo debutto teatrale. In quell’occasione fu la madre, una figura chiave nella sua vita, a spingerlo a calcare il palcoscenico. «Mi diede un calcio nel culo per darmi il coraggio che mi mancava», rivela Verdone, evocando il ricordo di quel momento decisivo: «Era il 1977 all’anteprima del mio spettacolo “Tali e Quali” all’Alberico di Roma. Mi dissero: “Verranno tutti i critici”. Ebbi un attacco di panico così dissi a mamma: “Non andrò mai all’anteprima perché faccio uno spettacolino da salotto”».

Il supporto indimenticabile della madre

La reazione della madre fu determinante: contrariamente all’insicurezza del figlio, la signora Rossana credeva fermamente nel talento di Carlo. «Mamma mi rispose: “Ma quale salotto, vai che veniamo anche noi ad applaudirti”», racconta Verdone. Quella spinta materna si materializzò non solo in parole, ma anche in gesti: gli mise in mano le chiavi della macchina, mentre con l’altra mano gli porse la borsa contenente gli accessori per i diversi personaggi che avrebbe interpretato. Infine, con una frase che è diventata memorabile: «Mi diede il famoso calcio nel sedere dicendo: “Vai fregnone, un giorno mi ringrazierai”».

La decisione della madre di persuaderlo a non rinunciare al debutto fu un atto di forza che si rivelò profetico. «Provai a rientrare a casa ma aveva messo il catenaccio», ironizza oggi Verdone, mentre riflette sul cambiamento di quella nottata che si trasformò in un trionfo. L’esito dello spettacolo fu infatti un grande successo, dimostrando come il sostegno della madre fosse stato cruciale: «Aveva ragione lei, tutto andò alla grande».

Mentre ci prepariamo a rivedere Carlo Verdone nel suo nuovo progetto, è chiaro che la sua storia, segnata dall’ansia e dal coraggio, rappresenta una fonte di ispirazione non solo per gli appassionati di cinema, ma per tutti coloro che affrontano sfide nella propria vita. La figura materna, oltre a essere una presenza fondamentale nella crescita dell’artista, resta un simbolo di incoraggiamento che molti possono riconoscere. Con le sue parole e le sue azioni, Rossana ha non solo influenzato la carriera di Verdone, ma ha anche lasciato un’impronta duratura nel suo modo di affrontare la vita e il lavoro.

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