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Parthenope: dove sono state registrate le riprese? Gli scenari e i luoghi del film di Paolo Sorrentino

Parthenope è il decimo lungometraggio del maestro Paolo Sorrentino, che affronta una serie di temi complessi e affascinanti. Questa pellicola non solo riflette il suo stile inconfondibile, ma si propone anche come un viaggio evocativo attraverso alcune delle location più iconiche di Napoli e Capri. In particolare, il film si sofferma su figure enigmatiche, come il figlio del professore Devoto Marotta, e approfondisce l’importanza delle ambientazioni scelte. Scopriamo quindi dove è stato girato Parthenope di Paolo Sorrentino e il significato che queste location hanno per la narrazione.

Il Lungomare di Mergellina e il suo Significato

Il lungomare di Mergellina è senza dubbio una delle più celebri location del film, fungendo da sfondo per alcune delle scene più significative. Tra queste, emerge quella del funerale di Raimondo, un momento drammatico che evoca la lotta contro la malaria a Napoli negli anni ’70. Inoltre, il lungomare è protagonista della scena finale, durante la quale si canta il coro “Un giorno all’improvviso” in celebrazione del terzo scudetto del Napoli. La scelta di Mergellina come set ha generato dibattiti, specialmente per le riprese effettuate in estate, ma i risultati visivi, con la vista del Vesuvio, sono indiscutibilmente memorabili, contribuendo a catturare l’essenza della città.

Le Location Storiche di Napoli: Galleria Umberto, Teatro San Carlo e Università Federico II

Il film è intriso di riferimenti storici e culturali, rappresentando la crescita sociale di Parthenope attraverso alcune delle location più significative di Napoli. Già in precedenti opere, come È stata la mano di Dio, Sorrentino aveva utilizzato la Galleria Umberto in Via Toledo, un luogo che simboleggia la vitalità della città. Altrettanto importanti sono il Teatro San Carlo, capolavoro dell’architettura napoletana, e la Piazza del Plebiscito, che appaiono nel film per evidenziare il legame tra la protagonista e la storia di Napoli. Le scene ambientate all’ Università Federico II, in particolare quelle che esplorano il rapporto tra Marotta e Parthenope, si rivelano cruciali per comprendere il contesto sociale della città, mostrando come questi luoghi storici abbiano evoluto la loro essenza nel tempo.

La presenza di interni suggestivi contribuisce a delineare le dinamiche familiari tra i personaggi, arricchendo la narrazione con dettagli che affondano le radici nella cultura napoletana. Sorrentino dimostra così il suo amore per la città natale, utilizzando la filmografia come un veicolo per raccontare storie intrise di senso e vivacità.

Conclusivamente, la scelta di Sorrentino di usare ambientazioni autentiche come Palazzo Donn’Anna e Villa Lauro nella zona di Posillipo rafforza il legame con il mito di Parthenope, la sirena che ha dato il nome alla città. Questi spazi non sono solo cornici, ma attori protagonisti che contribuiscono a creare un’atmosfera ricca di nostalgia e significato, trasportando lo spettatore in un viaggio attraverso la bellezza e la complessità della vita napoletana.

In aggiunta, Sorrentino si sposta oltre Napoli, incluse anche Capri e il Foro di Punta Carena tra le location di Parthenope. Qui, l’isola non è tratteggiata solo come un paradiso estetico, ma è anche simbolo di evasione e riflessione per la gioventù napoletana degli anni passati. Scene cruciali si svolgono in questo contesto, come l’incontro tra Parthenope e Sandrino, che stravolge le vite dei protagonisti. La villa e la piscina in cui Parthenope incontra John Cheever, sebbene private, evocano un senso di curiosità e meraviglia, integrando nel racconto la complessità delle relazioni umane.

Infine, un’altra location significativa è rappresentata dalla città di Genova. Qui, i caratteristici caruggi diventano il palcoscenico per momenti intimi e affascinanti, mostrando la versatilità del cinema di Sorrentino. In particolare, le scene notturne in cui Parthenope si trova faccia a faccia con il malavitoso interpretato da Marlon Joubert testimoniano la capacità del regista di amalgamare la bellezza delle location con la profondità della narrazione, creando un’atmosfera che incanta e inquieta al tempo stesso.

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