Imane Khelif non si ferma e intraprende un’azione legale dopo le Olimpiadi: presenta denuncia per cyberbullismo

In seguito alla conquista della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi 2024, la pugile algerina Imane Khelif ha sporto denuncia per atti di cyberbullismo aggravato subiti a causa delle polemiche riguardanti la sua identità sessuale emerse durante questi Giochi Olimpici.

Dopo aver ottenuto l’oro nella categoria -66 kg, la pugile algerina Imane Khelif ha scelto di rispondere alle numerose accuse che l’hanno colpita durante la manifestazione sportiva, in particolare a seguito dell’abbandono controverso dell’italiana Angela Carini dopo il primo colpo. Questo evento ha riacceso un dibattito significativo riguardo all’identità sessuale della pugile nordafricana e della taiwanese Lin Yu-ting, entrambe squalificate dall’IBA ai recenti Campionati Mondiali a causa di test che hanno rivelato la presenza di cromosomi XY, caratteristici del sesso maschile.

Tuttavia, Imane Khelif non si è limitata a controbattere verbalmente alle accuse rivoltele dalla federazione di boxe dilettantistica, che è stata ‘scomunicata’ dal CIO. Durante un’intervista con la BBC, dopo il successo in finale contro la cinese Yang Liu che le ha permesso di conquistare il titolo di campionessa olimpica, la pugile ha deciso di affrontare anche le conseguenze delle forti polemiche sul suo genere. Dopo aver ricevuto la medaglia d’oro, infatti, l’algerina si è rivolta alle autorità di polizia di Parigi per presentare una denuncia per cyberbullismo subito nel corso delle due settimane precedenti, legata alle accese discussioni sulla sua identità di genere.

Il legale della neocampionessa olimpica dei pesi superleggeri ha dichiarato: “Dopo aver vinto la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, la pugile Imane Khelif ha deciso di intraprendere una nuova battaglia: quella per la giustizia, la dignità e l’onore. Madame Khelif ha presentato una denuncia per atti di cyberbullismo aggravato subiti nel tentativo di combattere l’odio online”.

In aggiunta, l’avvocato ha affermato che “le ingiuste molestie subite dalla campionessa di boxe rimarranno un punto oscuro di questi Giochi Olimpici. L’indagine penale cercherà di individuare chi ha avviato questa campagna misogina, razzista e sessista, e si concentrerà anche su coloro che hanno alimentato questo linciaggio digitale”. Ha quindi ribadito che Imane Khelif non intende sottovalutare l’odio ricevuto sui social network e altre piattaforme durante le Olimpiadi di Parigi 2024, durante le quali rimarrà il simbolo di una battaglia per il rispetto e la dignità.

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