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La moglie di Lorenzo, deceduto nell’incidente alla Toyota: “Non vedevo l’ora che nascesse nostra figlia”

La tragica scomparsa di Lorenzo Cubello, 37 anni, ha stravolto la vita della sua compagna, che ha condiviso in un’intervista la loro attesa per la nascita della figlia. Cubello è una delle due vittime dell’esplosione avvenuta il 23 ottobre presso la Toyota di Borgo Panigale, Bologna. “Era un uomo meraviglioso e tramite nostra figlia continuerò a vederlo”, ha dichiarato.

La commovente testimonianza della compagna di Lorenzo Cubello

In un’intervista al Corriere di Bologna, la compagna di Lorenzo Cubello ha descritto il momento in cui il suo compagno scoprì della gravidanza: “Da quando ha saputo che ero incinta, ha iniziato ad avere una luce diversa negli occhi; si illuminava davanti alla prospettiva di diventare padre. Era già innamorato della nostra bambina e aveva persino scelto il suo nome: Aurora”.

Ricollegandosi a quella gioia, la donna ha proseguito: “Nonostante il dolore che provo, voglio che Aurora sappia quanto fosse speciale Lorenzo. Era un uomo straordinario, sempre pronto ad aiutare chi aveva bisogno e con un grande spirito di sacrificio”.

Oltre alla perdita devastante, l’esplosione ha causato ferite a 11 altre persone, portando la direzione dell’azienda a sospendere le attività e a mettere i dipendenti in cassa integrazione. La sicurezza nei luoghi di lavoro è un argomento di cruciale importanza, e la compagna di Lorenzo ha sollevato interrogativi sulla gestione della sicurezza nello stabilimento.

Le indagini sull’esplosione e le reazioni della comunità

L’episodio ha spinto le autorità a indagare sulle cause dell’esplosione, apparentemente dovuta allo “scambiatore” di un sistema di condizionamento collocato in un’area esterna della struttura. Comprensibilmente, la compagna di Lorenzo ha espresso la sua indignazione, affermando: “Nel 2024, eventi del genere non dovrebbero né essere accettabili né tollerabili. I luoghi di lavoro devono essere controllati e sicuri. Non possiamo ignorare il tema della sicurezza”.

La sorella di Lorenzo, a pochi passi dall’azienda, racconta di come ha vissuto quel tragico giorno: “Ho sentito un forte boato e immediatamente ho pensato al peggio. Ho tentato di contattarlo, ma il telefono non ha risposto. Fino a sera, non avevo idea di cosa fosse successo”. Una difficoltà comunicativa che ha aumentato il dramma di una già terribile situazione.

Le autopsie sui due corpi delle vittime sono state svolte dal medico legale Matteo Tudini, su incarico della Procura. I primi risultati hanno indicato che i decessi sono stati causati da traumi multipli, lasciando però la comunità desiderosa di ulteriori dettagli su quello che è accaduto nel capannone della Toyota.

“Chi non ha mai vissuto un dolore simile non può nemmeno immaginare lo strazio e lo smarrimento che sto provando ora. Lorenzo era la mia roccia, un compagno che ho incontrato in un colpo di fulmine e che non avrei mai voluto perdere”, ha concluso la compagna di Lorenzo. La sua testimonianza mette in evidenza non solo la perdita personale ma anche la necessità di garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, per prevenire che tragedie simili possano ripetersi in futuro.

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