Una recente pubblicazione sui social ha scatenato polemiche riguardo agli importi segnati su uno scontrino ricevuto da Sergio Paoli, scrittore trentino. Il sessantenne ha condiviso la sua esperienza sulla pagina “Il trentaquattresimo trentino”, svelando quanto accaduto durante una serata trascorsa da “Rosy’s pub e pizzeria” a Scurelle, in provincia di Trento.
Dopo aver ricevuto lo scontrino, Paoli ha notato delle discrepanze tra quanto pagato e i prezzi esposti nel menù. In particolare, ha rivelato al Corriere del Trentino di aver notato che per ogni pizza tagliata era stato addebitato un costo di 50 centesimi. Inoltre, c’erano stati 4 euro di spese per l’imballaggio.
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“Ho cronometrato il tempo che ci s’impiega a tagliare una pizza e ho verificato che, se la rotella è affilata, si riescono a fare due tagli a croce in due/tre secondi. In un minuto quindi si riescono a tagliare oltre venti pizze, per un totale di 1200 all’ora”, ha dichiarato Paoli.
La situazione ha suscitato una forte reazione sui social e ha attirato l’attenzione del quotidiano britannico DailyMail. Paoli ha continuato a esprimere la sua delusione riguardo alla questione, sottolineando come questa pratica potrebbe portare a incassi considerevoli per il locale.
“Lavorando sei ore al giorno, per sei giorni alla settimana e 50 settimane annualmente, è possibile tagliare più di due milioni di pizze, incassando così più di un milione di euro. Se si aggiunge che per ogni pizza si chiede un euro per il cartone, c’è anche la possibilità di incassare un altro milione”, ha aggiunto.
La vicenda ha sollevato diverse polemiche e ha portato alla ribalta il dibattito sull’equità dei prezzi nei locali di ristorazione. Resta da vedere se ci saranno ulteriori sviluppi su questa controversia.
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