Una donna di 60 anni, Pamela Ferreyra, è stata arrestata in California con l’accusa di aver ucciso il figlio appena nato e di aver gettato i suoi resti in una busta della spesa ben trenta anni fa. L’ufficio dello sceriffo della contea di Monterey ha riaperto il caso grazie a nuovi esami del DNA, incastrando la donna dopo tre decenni.
Il neonato venne abbandonato nel dicembre del 1994 nella zona di Las Lomas, una piccola comunità rurale nella contea di Monterey. I resti del bimbo erano stati messi in una busta della spesa e gettati come fossero spazzatura, ma l’autopsia condotta all’epoca aveva stabilito che il bimbo era nato vivo.
“Ha aperto quel sacchetto di carta e ha scoperto qualcosa che nessuno vorrebbe mai trovare”, ha affermato il portavoce dello sceriffo.
I progressi della tecnologia del DNA hanno portato alla riapertura del caso lo scorso anno. Gli investigatori hanno inviato prove forensi del DNA al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che le ha poi spedite a un laboratorio in Texas. Questo è stato in grado di produrre un profilo del DNA della madre, inviato a una società di genealogia in Colorado, che ha fornito nuove piste.
“Il DNA è stato fondamentale per risolvere questo caso. La tecnologia ci ha permesso di fare passi avanti incredibili”, ha dichiarato un investigatore.
La svolta dell’arresto è avvenuta giovedì scorso, quando Ferreyra è stata arrestata senza incidenti nella sua casa di Watsonville a circa 10 km dal luogo del ritrovamento del neonato.
Le autorità stanno continuando le indagini per far luce su questo tragico evento avvenuto trent’anni fa, portando finalmente giustizia per il piccolo neonato.
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