“Figli” è una commedia drammatica italiana del 2020 che esplora con ironia e profondità le sfide della genitorialità moderna, basata su un monologo di Mattia Torre e diretta da Giuseppe Bonito.
La Storia Di Una Famiglia Sull’Orlo Del Caos
“Figli” racconta la vita di Nicola (Valerio Mastandrea) e Sara (Paola Cortellesi), una coppia apparentemente felice con una figlia di sei anni. La loro esistenza tranquilla viene stravolta dall’arrivo inaspettato di un secondo figlio, che mette a dura prova il loro rapporto e la loro sanità mentale.
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Il film segue le vicissitudini quotidiane dei due genitori alle prese con pannolini, notti insonni, gelosie della primogenita e una crescente tensione di coppia. La sceneggiatura, scritta dal compianto Mattia Torre, offre uno sguardo cinico ma affettuoso sulla genitorialità contemporanea.
Attraverso dialoghi taglienti e situazioni al limite del surreale, Torre riesce a catturare le frustrazioni e le gioie di essere genitori nell’Italia di oggi. “I figli ti invecchiano anche perché, quando arrivano al mondo, mettono fine, con violenza inaudita, a quella stagione di aperitivi, feste e possibilità che ti sembravano il senso stesso della vita,” recita una delle battute più celebri del film, che sintetizza perfettamente il suo spirito.
Come Finisce “Figli”: Trama, Cast E Finale Di Un’Opera Corale
Il film si sviluppa come una serie di quadri tragicomici che illustrano la progressiva crisi della coppia protagonista. Mastandrea e Cortellesi offrono interpretazioni intense e credibili, alternando momenti di pura comicità a scene di profonda drammaticità.
Il loro talento emerge soprattutto nei silenzi carichi di tensione e negli sguardi esausti che si scambiano tra una crisi e l’altra. Intorno ai due protagonisti ruota un cast di supporto eccezionale, composto da amici e collaboratori storici di Torre. Stefano Fresi, Valerio Aprea, Paolo Calabresi e molti altri arricchiscono il film con camei memorabili, ciascuno rappresentando un diverso aspetto della genitorialità e della vita adulta.
Come finisce “Figli”? La trama si conclude con un finale agrodolce che lascia spazio alla speranza. Dopo aver toccato il fondo della loro crisi, Nicola e Sara riescono a ritrovare un equilibrio, accettando il caos come parte integrante della loro nuova vita. Il film si chiude con un’immagine di riconciliazione che suggerisce che, nonostante le difficoltà, l’amore e la famiglia possono ancora trionfare. “Dimmelo ancora che andrà tutto bene!” chiede Sara disperata in una delle scene finali. “Andrà tutto bene,” risponde Nicola, in un momento di tenerezza che riassume l’essenza del film.
La regia di Giuseppe Bonito riesce a mantenere vivo lo spirito della scrittura di Torre, alternando momenti di realismo crudo a sequenze quasi oniriche che rappresentano lo stato mentale dei protagonisti. L’uso di una fotografia desaturata e di inquadrature claustrofobiche contribuisce a creare un’atmosfera di crescente ansia che riflette lo stato d’animo dei personaggi.
“Figli” ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il David di Donatello per la migliore sceneggiatura originale e tre Nastri d’Argento. La critica ha elogiato unanimemente il film per la sua capacità di affrontare temi universali con intelligenza e sensibilità. Elisabetta Bartucca di Movieplayer ha scritto: “Bonito è bravissimo a raccoglierne l’eredità e trasformare in immagini la penna di Torre, quest’ultimo capace di rappresentare in maniera spregiudicata gli umori di una generazione di quarantenni alle prese con i disagi di un paese vecchio e arrugginito.”
In conclusione, “Figli” si rivela un’opera corale che va oltre la semplice commedia familiare. È un affresco della società italiana contemporanea, un’analisi spietata ma amorevole delle difficoltà di crescere e far crescere in un mondo sempre più complesso. Il film rimane un testamento artistico di Mattia Torre, la cui voce unica continua a risuonare attraverso le risate e le lacrime che provoca negli spettatori.
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