Luigi Manconi, noto giornalista, ex senatore e marito di Bianca Berlinguer, ha affrontato una sfida personale significativa negli ultimi anni: la perdita progressiva della vista. Questa esperienza ha profondamente influenzato la sua vita personale e professionale, portandolo a riflettere su temi come la disabilità e i diritti umani con una prospettiva unica.
Nato a Sassari nel 1948, Manconi ha avuto una carriera variegata e di successo. Inizialmente noto come critico musicale e cinematografico sotto lo pseudonimo di Simone Dessì, ha poi intrapreso una carriera politica che lo ha visto ricoprire ruoli di rilievo, tra cui quello di senatore e sottosegretario di Stato alla Giustizia. La sua vita ha preso una svolta inaspettata nel 2007, quando ha iniziato a manifestare i primi sintomi di quella che si sarebbe rivelata una grave patologia oculare.
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La malattia agli occhi di Manconi si è manifestata in modo drammatico durante una seduta alla Camera dei Deputati. Mentre illustrava gli emendamenti del governo in qualità di sottosegretario, si rese conto che le parole sul foglio “ballavano” davanti ai suoi occhi. Questo episodio segnò l’inizio di un percorso difficile che lo avrebbe portato alla cecità totale.
La diagnosi fu impietosa: glaucoma con distacco della retina. Queste patologie, combinate con una preesistente forte miopia, hanno progressivamente privato Manconi della vista. Nonostante la gravità della situazione, l’ex senatore ha affrontato la sua nuova condizione con coraggio e determinazione, continuando a essere una voce autorevole nel panorama culturale e politico italiano.
Il suo libro “La scomparsa dei colori” rappresenta una testimonianza toccante di questa esperienza. In esso, Manconi riflette su come la perdita della vista abbia paradossalmente acuito altri suoi sensi, in particolare la memoria. Descrive come i ricordi visivi del passato siano diventati più vividi, permettendogli di “vedere” con la mente ciò che i suoi occhi non possono più percepire.
La relazione con Bianca Berlinguer, giornalista e conduttrice televisiva, è stata un pilastro fondamentale nella vita di Manconi. La coppia, legata da oltre 25 anni, ha una figlia, Giulia, nata nel 1998. Manconi ha altri due figli, Giacomo e Davide, da un precedente matrimonio. In un’intervista, ha condiviso il dolore di non poter vedere i volti dei suoi figli che cambiano nel tempo, descrivendo questa come una delle privazioni più dolorose della sua condizione.
Nonostante le difficoltà, Manconi ha continuato il suo impegno sociale e politico. È stato in prima linea in numerose battaglie per i diritti umani, occupandosi di casi di grande risonanza mediatica come quelli di Stefano Cucchi e Giulio Regeni. La sua esperienza personale ha arricchito la sua comprensione delle sfide affrontate dalle persone con disabilità, portandolo a essere un sostenitore ancora più appassionato dei diritti dei più vulnerabili.
La cecità non ha fermato la sua produzione intellettuale. Manconi continua a scrivere articoli e libri, adattandosi alle nuove tecnologie che gli permettono di comunicare le sue idee. Il processo di scrittura è diventato più lungo e complesso, richiedendo fino a sei ore per completare un articolo, ma la sua voce rimane forte e influente nel dibattito pubblico.
La storia di Luigi Manconi è un esempio di resilienza e adattamento. La sua capacità di reinventarsi e di continuare a contribuire significativamente alla società nonostante la perdita della vista è fonte di ispirazione. Il suo percorso dimostra come le sfide personali possano trasformarsi in opportunità per una comprensione più profonda e un impegno più intenso verso le cause sociali.
In conclusione, Luigi Manconi rappresenta un esempio di come la determinazione e l’impegno possano superare anche le sfide più difficili. La sua storia, intrecciata con quella di Bianca Berlinguer, non è solo una vicenda personale, ma un racconto di resilienza che tocca temi universali come l’amore, la disabilità e la lotta per i diritti umani. Manconi continua a essere una voce importante nel panorama culturale italiano, dimostrando che la vera visione va oltre ciò che gli occhi possono vedere.
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