L’ex netturbino Ubaldo Manuali è stato condannato a 9 anni e 10 mesi di carcere per aver narcotizzato e violentato tre donne tra il Viterbese e il Frusinate.Il Tribunale di Viterbo ha emesso una sentenza che ha scosso l’opinione pubblica: Ubaldo Manuali, ex netturbino di 59 anni, è stato condannato a 9 anni e 10 mesi di reclusione per aver narcotizzato e stuprato tre donne. La vicenda, che si è consumata tra settembre 2022 e gennaio 2023, ha visto l’imputato sfruttare la sua somiglianza con l’attore Keanu Reeves per adescare le vittime sui social network.
Il modus operandi di Ubaldo Manuali
Secondo quanto emerso dalle indagini, Manuali avrebbe seguito uno schema preciso per perpetrare i suoi crimini:
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- Creazione di profili social falsi
- Adescamento delle vittime sfruttando la somiglianza con Keanu Reeves
- Incontro di persona
- Somministrazione di sostanze narcotiche
- Abuso sessuale e, in alcuni casi, riprese video non consensuali
Il pm Michele Adragna ha sottolineato durante il processo come la somministrazione di narcotici rappresentasse “una seconda violenza” nei confronti delle vittime, rendendo le donne completamente inermi e incoscienti.
Le accuse e la sentenza
Ubaldo Manuali è stato riconosciuto colpevole di:
- Violenza sessuale aggravata
- Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti
La sentenza, emessa dal collegio presieduto dal giudice Daniela Rispoli, ha stabilito non solo la pena detentiva ma anche un risarcimento di 26.000 euro alle vittime.
La reazione dell’imputato e la difesa
Nonostante le prove schiaccianti, Manuali ha sempre respinto le accuse, sostenendo che i rapporti fossero consensuali. All’uscita dal tribunale, ha dichiarato: “Non è una sentenza giusta. La verità uscirà fuori”. Tuttavia, il pm ha definito le sue dichiarazioni “fuorvianti e prive di logica”, sottolineando come non ci fossero elementi per minare la credibilità delle donne che lo hanno denunciato.
L’impatto sulla comunità e le vittime
Il caso ha avuto un forte impatto sulla comunità locale, con almeno sette donne che avrebbero denunciato Manuali. Tra queste, un caso particolarmente scioccante riguarda una madre e una figlia che sarebbero state entrambe drogate, con la figlia successivamente violentata.Le tre donne che si sono costituite parte civile nel processo erano presenti in aula durante la lettura della sentenza, un momento di grande emozione e, si spera, di giustizia per loro.
Le indagini e il percorso giudiziario
Le indagini su Ubaldo Manuali sono scattate dopo la denuncia di una quarantottenne romana. Da quel momento, gli investigatori hanno ricostruito un quadro inquietante di abusi seriali che si sarebbero consumati in diverse località:
- Capranica (Viterbo)
- Mazzano Romano (Viterbo)
- Alatri (Frosinone)
Durante il periodo delle indagini, Manuali è stato inizialmente detenuto nel carcere di Regina Coeli, dove avrebbe subito aggressioni da parte di altri detenuti. Successivamente, gli sono stati concessi gli arresti domiciliari.
L’importanza della sentenza
La condanna di Ubaldo Manuali rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la violenza sessuale e l’abuso di sostanze per scopi criminali. Il caso mette in luce la necessità di:
- Maggiore consapevolezza sui rischi legati agli incontri online
- Potenziamento delle misure di sicurezza sui social network
- Supporto psicologico e legale per le vittime di abusi sessuali
Il caso di Ubaldo Manuali solleva importanti questioni sulla sicurezza personale nell’era digitale e sull’importanza di credere alle vittime di abusi sessuali. La sentenza, seppur non possa cancellare il trauma subito dalle vittime, rappresenta un segnale forte da parte della giustizia italiana. È fondamentale che casi come questo servano da monito e stimolino una riflessione collettiva su come prevenire simili crimini in futuro. La società nel suo complesso deve impegnarsi per creare un ambiente più sicuro, dove le donne possano vivere senza il timore costante di cadere vittime di predatori sessuali. In conclusione, mentre Ubaldo Manuali si prepara ad affrontare la sua pena, è importante che il dibattito su questi temi non si esaurisca. La lotta contro la violenza sessuale richiede un impegno costante da parte di tutti: istituzioni, forze dell’ordine e cittadini comuni. Solo attraverso uno sforzo collettivo si potrà sperare di creare una società più sicura e rispettosa per tutti.
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