Stefano D’Orazio, storico batterista dei Pooh, ha lasciato un’impronta indelebile nella musica italiana. La sua scomparsa nel 2020 ha scosso profondamente il mondo dello spettacolo e i suoi numerosi fan. In questo articolo, esploreremo la vita, la carriera e le circostanze che hanno portato alla morte di questo talentuoso artista.
Gli esordi e l’ingresso nei Pooh
Nato a Roma il 12 settembre 1948, Stefano D’Orazio mostrò fin da giovane una spiccata passione per la musica. Iniziò a suonare la batteria durante gli anni del liceo, acquistando uno strumento di seconda mano e formando la sua prima band, “The Kings”, poi rinominata “The Sunshines”. Questi primi passi nel mondo della musica furono fondamentali per la sua formazione artistica.
La svolta nella carriera di D’Orazio arrivò l’8 settembre 1971, quando entrò a far parte dei Pooh, sostituendo Valerio Negrini alla batteria. Questo ingresso segnò l’inizio di un’era d’oro per la band, che sarebbe diventata una delle più amate e longeve del panorama musicale italiano.
Il contributo artistico ai Pooh
Stefano D’Orazio non si limitò al ruolo di batterista nei Pooh. Dal 1975, iniziò a collaborare anche come paroliere, affiancando Valerio Negrini nella scrittura dei testi. Questa versatilità artistica arricchì notevolmente il repertorio della band, contribuendo a creare alcuni dei loro più grandi successi.
Oltre alle sue abilità musicali, D’Orazio si distinse per le sue capacità manageriali. Nel 1983, fondò l’etichetta First, dimostrando una visione imprenditoriale che andava oltre il semplice ruolo di musicista. Questa multifunzionalità lo rese un elemento chiave nel successo duraturo dei Pooh.
La carriera solista e il ritorno ai Pooh
Dopo aver lasciato i Pooh nel 2009, Stefano D’Orazio intraprese una carriera solista, pubblicando quattro album in studio. Questo periodo gli permise di esplorare nuove direzioni artistiche e di esprimere la sua creatività in modo più personale.
Tuttavia, il legame con i Pooh rimase forte. Nel biennio 2015-2016, D’Orazio tornò nella band per la reunion del cinquantennale. Questo ritorno fu accolto con grande entusiasmo dai fan, che ebbero l’opportunità di rivedere la formazione storica dei Pooh esibirsi insieme.
Stefano D’Orazio, malattia e com’è morto
La scomparsa di Stefano D’Orazio ha colpito profondamente il mondo della musica italiana. Il batterista è morto il 6 novembre 2020 all’età di 72 anni, presso il Policlinico Gemelli di Roma. La sua morte è stata causata da complicazioni legate al COVID-19, che ha aggravato una condizione di salute già fragile.
Stefano D’Orazio, malattia e com’è morto sono stati argomenti di grande interesse e dolore per i fan. Contrariamente a quanto inizialmente riportato, D’Orazio non soffriva di leucemia. La moglie, Tiziana Giardoni, ha chiarito che il musicista lottava da circa due anni contro una malattia autoimmune infiammatoria. Questa condizione aveva indebolito il suo sistema immunitario, rendendo il suo corpo più vulnerabile alle infezioni.
Quando Stefano D’Orazio contrasse il COVID-19, le sue difese immunitarie già compromesse non riuscirono a contrastare efficacemente il virus. Nonostante un iniziale miglioramento dopo il ricovero, le complicazioni causate dal virus si rivelarono fatali.
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