Come finisce Moonfall: trama e spiegazione del finale

Immaginate di svegliarvi una mattina e scoprire che la Luna, fedele compagna notturna dell’umanità da millenni, ha deciso di fare le valigie e trasferirsi nel cortile di casa vostra. Questo è, in estrema sintesi, il folle scenario che il visionario Roland Emmerich ci propone nel suo ultimo kolossal catastrofico, “Moonfall”.

Il regista tedesco, noto per la sua passione per apocalissi spettacolari e distruzioni su scala planetaria, questa volta si è davvero superato. Con un cast stellare che brilla quanto il satellite impazzito – Patrick Wilson, Halle Berry e Donald Sutherland per citarne alcuni – Emmerich ci trascina in un vortice di paranoia cosmica e teorie del complotto lunari.

Ma andiamo con ordine. La storia si dipana come un gomitolo di lana impazzito lanciato nello spazio. Il nostro improbabile eroe è K.C. Houseman, un nerd complottista che potrebbe essere il cugino sfortunato di Sheldon Cooper. Houseman scopre che la Luna non è solo un sasso gigante che fluttua nello spazio, ma una sorta di Death Star artificiale creata da chi sa quale civiltà aliena con propositi misteriosi.

Naturalmente, nessuno gli crede. Perché dovrebbero? È solo l’ennesimo teorico del complotto che urla al lupo, giusto? Sbagliato. La Luna inizia effettivamente ad avvicinarsi alla Terra, scatenando un chaos gravitazionale che farebbe impallidire persino Newton.

A questo punto, entrano in scena i nostri eroi spaziali: gli astronauti Brian Harper e Jo Fowler. Con la Terra che sta letteralmente andando a rotoli (o meglio, a Luna), decidono di fare l’unica cosa sensata: saltare su un razzo e andare a vedere cosa diavolo sta succedendo lassù.

E qui, cari lettori, le cose si fanno davvero strampalate. Scopriamo che la Luna è una sorta di arca spaziale, creata miliardi di anni fa per ripopolare la Terra. È come se qualcuno avesse deciso di costruire un Ikea gigante nello spazio, ma invece di mobili economici, contenesse i semi della vita.

Il finale è un crescendo di assurdità che farebbe girare la testa anche a Christopher Nolan. Il nostro eroe improbabile, Houseman, decide di sacrificarsi per salvare il mondo, in una scena che è un mix tra “Armageddon” e “Matrix”. La sua coscienza viene assorbita da una superintelligenza artificiale, che promette misteriosi sviluppi futuri.

In conclusione, “Moonfall” è come un frullato di fantascienza preparato da un barista ubriaco: contiene tutti gli ingredienti giusti, ma il risultato è decisamente inaspettato. È un film che vi farà esclamare “Ma che diavolo ho appena visto?” mentre uscite dal cinema, con un sorriso confuso sul volto e la voglia irrefrenabile di guardare la Luna con sospetto.

E chi lo sa, forse la prossima volta che alzerete gli occhi al cielo notturno, vi chiederete se quella sfera argentata non stia davvero progettando di farci visita. In tal caso, vi consiglio di tenere a portata di mano il numero di Roland Emmerich. Sembra essere l’unico a sapere come gestire queste situazioni.

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