Maria rêve racconta il risveglio interiore di una donna alla ricerca di emozioni perdute in una commedia romantica che sfida la banalità della vita quotidiana.
Il film: una trama che stimola la riflessione
In Maria rêve, titolo originale che significa “Maria sogna”, il confine tra realtà e immaginazione è sottile, sottolineato da elementi visivi evocativi come una fuga su una bicicletta che diventa un’installazione artistica. Le mura della scuola, dove la protagonista si sente quasi circondata da fantasmi, diventano il palcoscenico per un cambiamento radicale nella sua vita. Dopo la morte della sua anziana datrice di lavoro, Marie, interpretata da Karin Viard, trova impiego come addetta alle pulizie presso la Scuola di Belle Arti di Parigi.
Marie vive da 22 anni in un matrimonio privo di passioni, caratterizzato da una monotonia quotidiana. Oltre a ciò, il suo rapporto con la figlia, che lavora in una farmacia, è teso, soprattutto dopo un litigio che le ha allontanate. In questo nuovo contesto, Marie scopre un universo sconosciuto, fatto di creatività e arte, mentre intreccia un legame sempre più profondo con Hubert, il burbero custode della scuola. Col passare del tempo, Marie si ritroverà a fronteggiare emozioni da lungo dimenticate, vivendo un conflitto interiore che la porterà a chiedersi se sia il momento di riprendere in mano la sua vita.
Un amore ispirato e una storia di emancipazione
L’ispirazione alla base del personaggio di Marie trae origine dalla vita della nonna di Lauriane Escaffre, uno dei registi del film. Questo elemento autobiografico mette in luce le vite di figure spesso considerate grigie e invisibili, esplorando la bellezza dei momenti che trascorriamo in solitudine. L’interpretazione di Karin Viard e Grégory Gadebois offre un’ottima fusione di emozioni, portando alla luce sentimenti che si erano affievoliti nel tempo.
La pellicola, dal tono inizialmente semplice, evolve in una commedia romantica che riesce a rimanere profonda e non banale. Nonostante alcune analogie con altri film, ad esempio con Pane e tulipani, dove anche la protagonista si riappropria della sua vita seguendo il suo cuore, Maria rêve trova la sua unicità nel modo in cui gestisce le emozioni e i legami familiari. Tuttavia, colpi di scena inaspettati, come le sequenze oniriche di balletti e luci al neon, possono allontanare il film dal suo minimalismo originale, rendendolo visivamente più appariscente, sebbene in alcuni momenti questo rompa la fluidità della narrazione.
Il contributo delle battute e il rischio della monotonia
Malgrado il rischio di ripetitività, che potrebbe facilmente sfociare nella noia, il film si distingue per l’inserimento di battute che alleggeriscono l’atmosfera. Un esempio è la comica descrizione della torta Marie-Brest, che Hubert non apprezza, il quale risponde con ironia: “Non è arrivata a Brest.”
Questi momenti di leggerezza sono fondamentali e riescono a creare un contrasto efficace con le tematiche più profonde di solitudine, emancipazione e l’incontro fra due mondi diversi. La dinamicità e l’evoluzione del personaggio di Marie, che si esprime anche attraverso scene audaci in cui posa nuda per gli studenti, arricchiscono ulteriormente il racconto, dimostrando che ci possono essere più sfumature nella vita.
Informazioni sul film
- Titolo originale: Maria rêve
- Regia: Lauriane Escaffre e Yvonnick Muller
- Cast: Karin Viard, Grégory Gadebois, Philippe Uchan, Catherine Salée, Noée Abita, Lauriane Escaffre, Pauline Clément, Yvonnick Muller, Tania Dessources, Muriel Combeau
- Distribuzione: Europictures
- Durata: 93 minuti
- Origine: Francia, 2022
In conclusione, Maria rêve si rivela un’opera cinematografica che invita a riflettere sulla vita, sulle relazioni e sull’arte, spingendo a scoprire quella scintilla di emozioni che possiamo tutti riscoprire, anche in una routine apparentemente grigia. La delicatezza nel trattare i temi dell’amore e dell’auto-riscoperta rende questo film una visione imperdibile, capace di colpire nel profondo il cuore degli spettatori.
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