Un uomo di 61 anni, Alistair Blake, è tornato alla vita dopo essere stato dichiarato clinicamente morto per 90 minuti a seguito di un arresto cardiaco. Grazie alla prontezza della moglie e all’intervento tempestivo dei soccorritori, è riuscito a sopravvivere senza riportare danni cerebrali. Il caso ha suscitato grande interesse, soprattutto per le sue dichiarazioni sull’esperienza vissuta durante lo stato di pre-morte.
Nel 2019, quando aveva 58 anni, Blake ha subito un infarto improvviso mentre si trovava a casa. Come riportato da vari media, la moglie si è accorta immediatamente del problema grazie al suo sonno leggero e ha reagito prontamente. “Mia moglie mi ha svegliato gorgogliando, ha raccontato Blake. Ha preso il cellulare e ha chiamato l’ambulanza. Le hanno detto di togliermi dal letto e iniziare la RCP. Ha praticato il massaggio cardiaco per 20 minuti fino all’arrivo dei paramedici”.
I soccorritori, arrivati sul posto, hanno continuato le manovre di rianimazione e utilizzato il defibrillatore più di 10 volte prima di riuscire a stabilizzare il suo battito. Durante questi minuti cruciali, i medici erano scettici sulla possibilità di salvargli la vita senza gravi conseguenze. I poliziotti intervenuti, nel frattempo, avevano preparato la moglie al peggio.
Una settimana dopo, Blake si è risvegliato in ospedale senza alcun danno neurologico. “Ricordo di essere andato a letto il sabato sera, e la cosa successiva che ricordo è stato svegliarmi il giovedì mattina su una barella mentre mi spostavano dalla terapia intensiva alle cure coronariche”, ha spiegato. Ha aggiunto che il suo cervello sembra aver cancellato ogni memoria degli eventi intercorsi.
Molti, incuriositi, gli hanno chiesto se avesse vissuto esperienze tipiche dell’aldilà, come visioni di luci brillanti o sensazioni di pace. La risposta di Blake è stata chiara: “Non ho visto niente. Niente luci, niente del genere”. Questa testimonianza contrasta con i racconti di altre persone che hanno vissuto esperienze di pre-morte, spesso carichi di elementi mistici o spirituali.
La vicenda ha attirato l’attenzione anche di esperti in campo medico e psicologico. Durante un’intervista al podcast I’ve Got News For You, il dottor Steele, consulente di cure palliative, ha offerto un’analisi scientifica delle esperienze legate alla pre-morte. “Alcune persone credono che la luce brillante sia uno sguardo nell’aldilà o un segno che la coscienza stia lasciando il cervello. Tuttavia, dal punto di vista medico, il fenomeno è più probabilmente dovuto ai cambiamenti nel funzionamento del cervello a causa della mancanza di ossigeno”, ha spiegato.
Secondo Steele, il cervello, essendo altamente dipendente dall’ossigeno e dal flusso sanguigno, reagisce in modo anomalo quando questi vengono interrotti. “La visione a tunnel e la luce bianca possono essere interpretate come una reazione fisiologica, una forma esagerata di svenimento legata al calo della pressione sanguigna e al conseguente cambiamento nella percezione visiva”.
Questo punto di vista demistifica molte delle credenze popolari legate alle esperienze di pre-morte, indicando che non ci sarebbe nulla di soprannaturale dietro tali fenomeni. Blake, che ora si gode una vita normale, viene soprannominato “Lazzaro” dai medici per il suo straordinario ritorno alla vita. Nonostante la sua esperienza sia priva di connotazioni spirituali, rimane un esempio di come la prontezza di riflessi e le competenze mediche possano fare la differenza tra la vita e la morte.
Oggi, Blake condivide la sua storia per sensibilizzare sull’importanza di saper intervenire tempestivamente in caso di emergenze cardiache. Il suo caso sottolinea anche il ruolo fondamentale della defibrillazione precoce e della rianimazione cardiopolmonare, strumenti che hanno contribuito a salvargli la vita.
“Molte persone mi chiedono cosa provassi o vedessi in quel momento, ma la verità è che non ricordo nulla. Quello che so è che devo la mia vita a mia moglie e ai soccorritori che non si sono arresi”, ha concluso.
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