Come finisce Truth: Il prezzo della verità: trama, cast e spiegazione finale

In un’era di disinformazione e manipolazione, il film “Truth” esplora le vicende di una giornalista e il conflitto con un sistema che cerca di oscurare la verità.

Una giornalista, Mary Mapes, è ritratta dall’alto mentre attende nella lussuosa anticamera di uno studio legale, intenta a lavorare a maglia. La sua ansia è palpabile: si prepara ad affrontare un avvocato impeccabile che inizia a interrogarla. Visibilmente tesa, Mary assume un tranquillante e mostra una fierezza lacerata. Si trova nel bel mezzo di una battaglia legale per difendere i suoi diritti e la sua dignità, sia umana che professionale. Solo sei mesi prima, stava ultimando un servizio per il programma 60 Minutes, incentrato sulle torture inflitte ai prigionieri di Abu Ghraib, un lavoro che le avrebbe valso un Peabody Award, un importante riconoscimento nel mondo del giornalismo.

Il peso dell’ombra di Dan Rather

Al timone di quell’episodio c’è Dan Rather, un icona della televisione americana, con una reputazione inossidabile e un impegno costante per il ruolo sociale del suo mestiere. Insieme a lui, Mapes si dedica all’indagine su presunti favoritismi ricevuti dal presidente George W. Bush durante la sua esperienza nella Texas Air National Guard, un evento che gli ha permesso di sfuggire al servizio in Vietnam. La storia si colloca nel 2004, nel bel mezzo di una campagna elettorale tesa, con il consenso per Bush che oscilla e elezioni incerte all’orizzonte. Uno scandalo del genere potrebbe spingere l’elettorato verso due scelte radicalmente diverse.

La macchina da guerra di 60 Minutes

Il team di 60 Minutes è noto per la sua determinazione e per un approccio meticoloso alla verifica delle fonti, dove l’etica e la dedizione sono pilastri fondamentali. Tuttavia, stavolta qualcosa va storto: un documento potrebbe rivelarsi falso, un informatore trascura dettagli cruciali, e un piccolo errore rischia di compromettere l’intero progetto.

Lo scandalo che ha scosso gli Stati Uniti

“Truth – Il prezzo della verità” non si limita a esporre lo scandalo legato all’allora presidente, ma descrive anche la tempesta che ha travolto Mapes e Rather, culminando con il licenziamento di lei e le dimissioni forzate di lui. Da un lato, ci sono gli interessi corporativi della CBS, una rete informativa che sembra essere più incline a proteggere i propri simboli che a difendere la verità. Dall’altro, ci sono i giornalisti che rappresentano un’America impegnata nella ricerca della verità, le cui carriere vengono compromesse da una trasparenza che appare solo superficiale. Il problema – un’analisi lacunosa e una scarsa apertura al dubbio – deriva dall’imprudenza del team di Mapes o è il risultato di una macchinazione dell’establishment politico, desideroso di preservare il potere di Bush a tutti i costi?

Un film che sfida le convenzioni

“Truth” si configura come un film a tesi che considera il compito giornalistico come un impegno morale imprescindibile. In questo, ricorda molto “Tutti gli uomini del presidente”, ma differisce da “Il caso Spotlight” per il valore intrinsecamente narrativo del lavoro realizzato, che si concentra sulle persone piuttosto che sulla creazione di mitologie. Come il cinema degli anni ’70, “Truth” non teme di schierarsi, sfidando l’idea che sia sempre il vincitore a scrivere la storia.

Riflessioni sulla modernità dell’informazione

Ciò che avvicina “Truth” a “Il caso Spotlight” è una visione nostalgica e vagamente anacronistica del panorama mediatico contemporaneo, dominato da internet e da un’informazione fluida. La ricerca di consenso e empatia è affidata alle espressioni dei protagonisti, Cate Blanchett e Robert Redford, piuttosto che a un’analisi approfondita dell’indagine. James Vanderbilt, sceneggiatore di “Zodiac” qui alla sua opera prima come regista, lascia il peso emotivo e il carisma della storia nelle mani degli attori, disegnandoli come eroi in lotta contro un sistema opprimente, che, sebbene indistruttibile, merita sempre di essere sfidato.

La bandiera della verità

La verità è presentata come una bandiera, un simbolo di lotta e idealismo. L’aderenza a un ideale, anche se giusto, sembra prevalere su una rappresentazione più sfumata della realtà. Come ha scritto Pier Maria Bocchi, il cinema americano rivendica la necessità della denuncia, recuperando elementi del passato in un tentativo di influenzare positivamente la realtà. Alla fine, “Truth risulta un intrattenimento intelligente, ma leggermente ingessato, incapace di immaginare strade nuove per il cinema politico, rifugiandosi in una logica tardiva di star system che non sempre sembra reggere il passare del tempo.

Dati sul film:

  • Titolo originale: Truth
  • Regia: James Vanderbilt
  • Sceneggiatura: Mary Mapes, James Vanderbilt
  • Fotografia: Mandy Walker
  • Montaggio: Richard Francis-Bruce
  • Musica: Brian Tyler
  • Cast: Rose Riley, Louis Herthum, Chris Mulkey, Patrick St. Esprit, Tim McCunn, Jo Turner, Gael Ballantyne, Steve Bastoni, Matt Ruscic, Elisabeth Moss, Robert Redford, Cate Blanchett e molti altri.
  • Anno: 2015
  • Durata: 125 minuti
  • Produzione: Australia, Usa

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