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Come finisce First Kill: trama e spiegazione finale

Scopriamo insieme le dinamiche di “First Kill”, la serie Netflix che esplora un amore impossibile tra un vampiro e una cacciatrice di mostri, e le critiche ricevute.

Di cosa parla First Kill?

First Kill” è una serie prodotta da WaterWalk Entertainment e Belletrist Productions, in grado di catturare l’attenzione degli appassionati di fantasy e romance. Durante la Netflix Geeked Week, è stato possibile dare un primo sguardo a questa nuova avventura, articolata in otto episodi di circa 50 minuti ciascuno. Le protagoniste, Juliette (interpretata da Sarah Catherine Hook) e Calliope (interpretata da Imani Lewis), rappresentano un vampiro e una cacciatrice legate da un destino affascinante e da un’immediata e profonda attrazione.

Il mondo di “First Kill” è caratterizzato da un’ambientazione in cui esseri umani e creature mostruose convivono con ostilità reciproca, cercando di evitare la sterminazione reciproca. Nella cittadina di Savannah, negli Stati Uniti, i mostri si nascondono dai cacciatori. Tra i protagonisti ci sono i Fairmont, una storica famiglia di Vampiri Originari che vive in apparente armonia con gli altri abitanti del luogo per nutrirsi delle loro vittime senza destare sospetti. Questi vampiri, a differenza di quelli tradizionali, possono persino riflettersi negli specchi e sono immuni alla luce.

Quando i Burns, una famiglia di cacciatori della Gilda, si trasferiscono in città, i Fairmont si trovano in pericolo. Questo crea un legame inaspettato tra Juliette e Calliope, due ragazze alle prese con i rispettivi riti di iniziazione. Tuttavia, cresce rapidamente una connessione tra di loro, ostacolata dalle loro famiglie che cercano di mantenere le due a debita distanza, creando una tensione palpabile.

Le prime imperfezioni

La premessa e la storyline di “First Kill” risultano inizialmente promettenti. Ogni episodio richiama una “prima volta”, con titoli come “First Kiss”, “First Blood”, e “First Fight”, coinvolgendo lo spettatore nei misteri legati alla famiglia di Juliette e alla storia degli Originari. La creazione di una mitologia interessante da parte dell’autrice, Victoria Schwab, sarebbe potuta essere una brillante opportunità per esplorare temi più profondi. Tuttavia, la serie pecca in diversi aspetti narrativi: a volte la trama sembra debole e priva di consistenza.

L’attrazione tra Juliette e Calliope appare improvvisa e poco credibile, e il cliché dell’amore proibito emerge prepotentemente. Inoltre, alcuni eventi minori non sembrano avere basi solide, creando l’impressione che non ci si sia preoccupati di fornire una narrazione convincente. Le reciproche famiglie, pronte a combattere, sembrano spesso disposte a concedere tregue senza apparente motivo, rappresentando una dinamica poco realistica.

La linearità della trama, priva di colpi di scena e di sviluppi interessanti, contribuisce a un’avventura che appare piatta, mentre il montaggio, senza particolari guizzi stilistici, non riesce a tenere alta l’attenzione. Il finale, che lascia intendere la possibilità di una continuazione della storia, genera un senso di incompiutezza e delusione che non incoraggia un vero entusiasmo per una possibile seconda stagione.

First Kill è un queer drama poco coraggioso

Il trailer e i materiali promozionali iniziali erano promettenti, suggerendo una storia d’amore omosessuale come vero fulcro della serie. Tuttavia, First Kill si rivela essere più un insieme di elementi fantastici piuttosto che una celebrazione autentica dell’amore queer. Sebbene sia fondamentale affrontare le tematiche LGBTQA+, la progettazione della narrativa ha lasciato un vuoto nel suo approccio.

Il lancio della serie nel mese del Pride sembrava un’ottima idea, ma la rappresentazione di queste relazioni si è rivelata deludente. Dopo otto episodi, si rimane con l’impressione che la rappresentazione del coming out e della relazione tra Juliette e Calliope sia stata trattata in modo eccessivamente superficiale. La naturalezza con cui affronta l’argomento diventa scontata, scivolando in un terreno in cui il messaggio non viene comunicato in modo efficace.

L’impegno di Schwab nel mostrare l’amore queer senza filtri è visibile, ma non sufficiente per soddisfare le aspettative del pubblico. Le dinamiche avrebbero potuto essere più ricche e dettagliate, dando spazio a sentimenti e conflitti che potessero coinvolgere emotivamente lo spettatore.

Una regia senza arte né parte

Esaminando la realizzazione della serie, emerge un’altra delusione. La regia, così come la fotografia e il montaggio, risultano insipidi e privi di innovazione. Manca completamente quel guizzo di creatività che potrebbe far brillare una storia simile.

Le uniche scene che catturano realmente l’attenzione sono quelle in cui Juliette vive delle intense crisi emotive, immerse in atmosfere di un rosso vivido che evocano simbolismi potenti. In un contesto di crimine e sovrannaturale, la presenza di zombie, ghoul, licantropi e altre creature demoniache rompe la monotonia. Tuttavia, il comparto visivo, soprattutto nella rappresentazione in CGI, non riesce a convincere; le animazioni risultano claudicanti e poco realistiche, creando un contrasto che toglie gusto alla narrazione.

First Kill” aveva sollevato aspettative elevate, ma in molti sentono che si sia rivelato un prodotto sotto le aspettative, lontano dall’essere il teen drama che avrebbe potuto essere. La conclusione della serie non invoglia a restare con il fiato sospeso; al contrario, il pubblico potrebbe facilmente dimenticarsi di questa opera. Nonostante la partenza intrigante e lo sforzo iniziale per attrarre gli spettatori, “First Kill” si conclude come un’opera che, pur avendo del potenziale, non riesce a concretizzarlo e a lasciare un segno significativo.

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