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L’eroico atto di Fatmir: protegge il figlio e viene schiacciato dal braccio della gru a Torino

Nel tardo pomeriggio di lunedì 18 novembre, una tragedia ha colpito un cantiere situato all’interno del centro ricerche della Società Metropolitana Acque Torino (SMAT), in corso Unità d’Italia, nel cuore del capoluogo piemontese. Fatmir Isufi, un operaio di 51 anni di origini albanesi ma residente ad Arcore, in provincia di Monza e Brianza, ha perso la vita in un incidente drammatico.

Le prime ricostruzioni indicano che una gru cingolata si è ribaltata mentre Isufi stava eseguendo lavori di preconsolidamento per una vasca di rilancio. La struttura è precipitata in una fossa profonda, travolgendo l’operaio. In quel momento, era presente anche il figlio della vittima, il quale è stato salvato grazie all’ultimo gesto eroico del padre. Secondo testimonianze iniziali, durante il ribaltamento della gru, Isufi avrebbe spinto via il figlio per metterlo in salvo.

Il giovane, probabilmente sotto shock per l’accaduto, è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Molinette per ricevere le cure necessarie. Per il padre, purtroppo, non c’è stato nulla da fare e i soccorsi non hanno potuto che constatarne il decesso sul posto.

La scena dell’incidente è stata immediatamente posta sotto sequestro dalle autorità competenti per consentire le indagini necessarie. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, i carabinieri e i tecnici dell’ASL di Torino, che hanno avviato gli accertamenti per stabilire le dinamiche e le responsabilità di questa ennesima tragedia sul lavoro.

In merito all’accaduto, il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, ha espresso il suo cordoglio e la sua vicinanza alla famiglia della vittima. In una dichiarazione rilasciata durante una diretta radiofonica, ha affermato: “È un tragico episodio, è sempre un tragico bilancio – e questo non può far altro che obbligare le istituzioni ad alzare ancora di più la soglia dell’attenzione”. Ha inoltre aggiunto che “sono in corso le verifiche” ed espresso le sue “personali condoglianze” ai familiari di Fatmir Isufi.

L’operaio lavorava da quasi trent’anni per l’impresa bresciana Palingeo, una ditta specializzata nel settore geotecnico e attiva nelle fondazioni speciali per costruzioni. La sua esperienza e dedizione al lavoro erano note tra i colleghi, che lo ricordano come un lavoratore instancabile e un uomo di grande cuore.

Il tragico evento ha sollevato nuovamente la questione della sicurezza nei cantieri e nei luoghi di lavoro. Ogni anno, numerosi incidenti si verificano a causa di mancanze nei protocolli di sicurezza o per errori umani, portando a conseguenze spesso fatali. Le autorità locali stanno intensificando gli sforzi per garantire che simili tragedie non si ripetano.

L’incidente ha colpito profondamente la comunità di Arcore e quella albanese residente in Italia. Molti si sono riuniti per offrire supporto alla famiglia di Isufi, organizzando veglie e raccolte fondi per aiutare i parenti nel difficile momento.

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