​​

Camilla, 17 mesi, ingerisce una pila e muore: vomitava sangue, ma fu rimandata a casa. L’autopsia chiarisce la verità.

Un caso tragico ha scosso Siena: la piccola Camilla Moreta Rodríguez, di appena 17 mesi, è morta dopo dieci giorni di sofferenza all’Ospedale del Cuore di Massa. La bambina aveva ingerito una pila piatta, un evento che ha portato a conseguenze devastanti. Solo l’autopsia, prevista per lunedì 18 novembre a Lucca, potrà chiarire i dubbi sul caso, mentre la magistratura ha aperto un fascicolo di indagine contro ignoti.

Il dramma ha avuto inizio il 5 novembre, quando Camilla, figlia di una coppia di origine dominicana residente ad Asciano, ha iniziato a vomitare sangue. I genitori, allarmati, hanno immediatamente contattato il 118 e portato la bambina al pronto soccorso dell’ospedale Le Scotte. Dopo dieci ore di osservazione, i medici hanno deciso di dimetterla, non riscontrando problemi gravi.

Tuttavia, poche ore dopo, la situazione è precipitata. Le condizioni della bambina non sono migliorate e i genitori hanno riportato Camilla in ospedale. Solo allora, grazie agli esami, è stata individuata una pila piatta nel suo corpo, ingerita probabilmente giorni prima. L’oggetto, che i genitori non avevano notato, non era stato segnalato durante la prima visita. Subito è stato organizzato un intervento endoscopico per rimuovere la pila, e la piccola è stata ricoverata in terapia intensiva. Nonostante gli sforzi, le condizioni della bambina si sono aggravate nei giorni successivi.

Secondo i medici, i danni causati dalla pila sono stati irreversibili. «Abbiamo seguito tutti i protocolli previsti per questi casi, ma le condizioni della bambina si sono aggravate a causa delle sostanze rilasciate dalla pila, che hanno danneggiato l’aorta», hanno dichiarato al Corriere della Sera. La situazione è diventata così critica che il 12 novembre Camilla è stata trasferita all’Ospedale del Cuore di Massa, dove è morta poche ore dopo.

Al momento, non ci sono medici iscritti nel registro degli indagati. Tuttavia, i magistrati apuani stanno valutando se trasferire il caso alla Procura di Siena, poiché il decesso è avvenuto nell’ospedale di Massa. I carabinieri hanno sequestrato la documentazione medica, mentre la salma della bambina resta a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’autopsia. Il legale della famiglia, Vincenzo Bonomei, ha espresso il profondo dolore dei genitori, affermando che vogliono capire cosa sia realmente accaduto: «Il dolore è immenso, ma i genitori chiedono chiarezza e giustizia». L’avvocato ha annunciato che presenterà un esposto in procura e nominerà un consulente tecnico per supportare le indagini.

La tragedia ha scosso profondamente la comunità dominicana e quella locale di Asciano. Numerosi messaggi di solidarietà sono stati pubblicati sui social, dove amici e conoscenti hanno espresso vicinanza alla famiglia. Beatriz Zapata, un’amica della famiglia, ha scritto su Facebook: «Oggi la comunità dominicana è in lutto», lanciando una raccolta fondi per sostenere i genitori colpiti dal lutto.

Il caso di Camilla ha suscitato anche un dibattito sulla gestione dei casi pediatrici di emergenza e sull’importanza di una diagnosi tempestiva. Ingerire batterie al litio o pile piatte è un evento raro ma estremamente pericoloso, soprattutto nei bambini piccoli. Le sostanze chimiche rilasciate dalla pila possono causare gravi lesioni interne in tempi molto brevi. I medici hanno ribadito l’importanza di un intervento rapido per evitare danni irreversibili. Nonostante il rispetto dei protocolli, la vicenda ha lasciato aperti molti interrogativi.

Mentre si attendono i risultati dell’autopsia, l’intera comunità si stringe attorno ai genitori di Camilla, che ora cercano risposte per un dolore che difficilmente troverà conforto.

Oltrepassa la censura dei social sotto regime. Seguici su Telegram: Basta un clic qui

Lascia un commento