In questi giorni, Michelle Hunziker si è data all’arrampicata montana. Inizialmente accompagnata dall’amica Serena Autieri, ora è affiancata dalla figlia Aurora Ramazzotti e dal compagno Goffredo Cerza. In loro compagnia, ha scelto di affrontare la montagna più impegnativa d’Italia.
Naturalmente, un esperto di questo splendido sport era al loro fianco. Le vie attrezzate con ferrate offrono un percorso sicuro per chi desidera mettersi alla prova in arrampicata. Michelle ha condiviso i momenti salienti e le difficoltà incontrate lungo il tragitto.
Michelle Hunziker fronteggia la montagna più impegnativa: la scoperta in cima
Michelle Hunziker ha attraversato la celebre Ferrata Tomaselli, considerata una delle più impegnative delle Dolomiti. Situata nel gruppo del Lagazuoi, vicino a Cortina D’Ampezzo, il percorso richiede tra le 4 e le 6 ore per essere completato, a seconda delle pause effettuate. La lunghezza complessiva è di circa 4 km con un dislivello di 500 metri. La ferrata inizia a Forcella Grande e si snoda lungo la cresta sud del monte Fanis.
Il percorso è mozzafiato, offrendo panorami spettacolari delle circostanti Dolomiti. Nonostante la sua bellezza, non manca di difficoltà con salite verticali che richiedono una buona tecnica di arrampicata, sempre supportati da cavi metallici, scalette e gradini. Essenziale è la presenza di un esperto, una precauzione rispettata da Michelle Hunziker. La sezione più impegnativa è la verticale Scala Tomaselli, molto esposta.
Durante la fase iniziale, Michelle ha percorso il sentiero di avvicinamento, scoprendo vari resti della Prima Guerra Mondiale, come un tavolo con una scarpa ancora intatta. Sul tratto iniziale di roccia liscia si trova la chiave della scalata, un tempo molto temuto. Oggi, grazie alle moderne calzature e un buon posizionamento del cavo, il percorso è più sicuro e offre un fascino unico. Giunta in cima, Michelle è rimasta rapita dalla vista straordinaria, definendola: “Qui rimane solo tutto ciò che è prioritario nella vita”. Un’esperienza senza paragoni.
