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Come finisce Io sono Babbo Natale: trana e significato finale

Io sono Babbo Natale è un film commedia drammatica che contiene uno dei finali più significativi degli ultimi anni. Il film racconta la commovente storia di un uomo che cambia la propria vita grazie alla magia del Natale e del tempo che passa.

Si tratta di uno degli ultimi film di Gigi Proietti, che ha concluso la propria carriera cinematografica nella pellicola chiamata Io sono Babbo Natale. Questo film è un misto tra una commedia ed un dramma, un po’ come tutto ciò che ha interpretato Gigi Proietti, e racconta la storia di un uomo che riesce a cambiare la propria vita grazie alla magia del Natale.

Ettore Magni è interpretato da Marco Giallini. Questo giovane uomo ha trascorso buona parte della propria vita ad occuparsi di rapine e non ha mai avuto remore a fare qualsiasi cosa pur di tornare a casa con una buona somma di denaro. Uno degli ultimi colpi lo fa per entrare in casa di un anziano gentiluomo, Nicola Natalizi, interpretato da Proietti. Quest’ultimo afferma di essere Babbo Natale, ed in buttando via un semplice cappello ed il cappotto appare come un magico personaggio vestito di rosso.

Nicola nonostante l’iniziale rabbia per il colpo, inizia a sviluppare una certa ammirazione per Ettore, in quanto finalmente ha incontrato qualcuno che non ha paura di parlare chiaro, senza paura di offendere il vecchio. Ma i tempi son ormai cambiati, e Nicola si affeziona a Ettore che provvede a decider di dare ad Ettore magni l’abilità di scomparire, e con il cappello giusto, lo trasforma in un vero e proprio fantasma. Ettore, attaccato in banca insieme ad un altro gruppo di ladri che, nel tentativo di fuggire, lo getta in un pozzo. Al proprio risveglio capisce di poter andare ovunque senza che nessuno si accorga della sua presenza e, pentito, elimina le impronte dei suoi compagni e li affida alla polizia.

Uno degli eventi chiave del film è il momento in cui Ettore trova una lettera: una bambina chiamata Alice non chiede regali costosi o di marca, bensì vuole trascorrere il Natale con la sua famiglia. Questo fatto inizia a intaccare il cuore del protagonista; prova desiderio di accontentare la bambina. La piccola dimostrazione di purezza tra tante lettere scontate e di richieste materiali fa capire a Ettore che anche il suo cuore anteriore, una volta riuscito a crederci, si era fermato.

Il fatto successivo che la strega Mariantonia rivala su Ettore: da tempo aveva deciso di sceglierlo come successore. Dopo aver letto una lettera, inviata da Ettore quando era junior, in cui il ragazzo esprimeva il desiderio di diventare Babbo Natale, Nicola capì che Ettore non era la persona malvagia che sembrava. La scelta successiva di Ettore come Babbo Natale della zona diventa simbolica e trasforma una vita fatta di errori in un futuro costruttivo. E sono proprio in queste parole, come l’immagine di Ettore, trasformato in Babbo Natale, e la visione delle calde luci natalizie tanto necessarie nelle prossime settimane.

Il film Io sono Babbo Natale è considerato un positivo invito al Natale. Tuttavia, l’immagine di Gigi Proietti, il cui ruolo di Babbo Natale è l’ultimo nella sua carriera cinematografica, consegna qualcosa di più. Se volete, testimoniate allo spettatore il fatto che nella vita, qualsiasi situazione si presenti, possiate sempre alzare le mani in segno di resa. Tuttavia, anche alla fine, avrete bisogno di avere almeno un paio di asso nella manica.

Tirando le somme, si può affermare con sicurezza che Io sono Babbo Natale non è un’eccezione al trend di commedie natalizie sentimentali e senza pretese. Sebbene la pellicola non cerchi di aggiungere nulla di nuovo a un genere che sembra esaurito, offre una conclusione all’altezza dei tempi al pubblico. Animando le scene ricche di comicità con uno sfondo carico di emozioni e sacralità, Io sono Babbo Natale culmina in un messaggio di speranza che sicuramente avrà vita ancora a lungo nel cuore degli spettatori. In definitiva, lo spettacolo travolgente dell’eredità artistica di Gigi Proietti unito a un’ode festiva, che celebra lo stupore e il potere catartico delle celebrazioni natalizie, rende il film un epitaffio degno che lascia il pubblico col sorriso.

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