Il bidet, simbolo dell’igiene italiana, ha origini francesi e una storia curiosa legata alla sua diffusione esclusiva in Italia.
In Italia, il bidet è considerato un elemento essenziale del bagno, utilizzato quotidianamente per l’igiene personale. Che sia per il lavaggio dopo l’uso del wc o per altre necessità, gli italiani non riescono a immaginare un bagno senza di esso. Tuttavia, all’estero, questa consuetudine è pressoché sconosciuta, e il bidet è spesso assente sia nelle abitazioni private che nelle strutture ricettive. Questo contrasto culturale ha origini storiche e sociali che rendono il bidet una peculiarità tutta italiana.
La diffusione limitata del bidet nel mondo
Nonostante il bidet sia nato in Francia tra il XVII e il XVIII secolo, in molti paesi oggi è considerato superfluo. Negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in gran parte dell’Europa settentrionale, il bidet è un oggetto raro, se non del tutto inesistente. Anche nei luoghi in cui è presente, come alcune parti dell’Asia e dell’America Latina, il suo utilizzo non è paragonabile a quello italiano.
Per un italiano in viaggio, l’assenza del bidet può rappresentare una scomodità notevole. La sua mancanza in alberghi o appartamenti all’estero è una curiosità che spesso si trasforma in aneddoti divertenti o in un piccolo disagio. Ma perché il bidet non ha avuto successo fuori dall’Italia?
Le origini del bidet e la sua reputazione in Francia
Sebbene molti pensino che il bidet sia un’invenzione italiana, la sua storia inizia in Francia. Il primo modello comparve nei salotti francesi del XVIII secolo e aveva una struttura simile a quella di una piccola sedia su cui sedersi per lavarsi. Il termine “bidet” deriva infatti dalla parola francese che indica un piccolo cavallo o pony, richiamando la postura che si assume durante l’uso.
In Francia, però, il bidet non trovò mai un’ampia diffusione. La ragione principale è legata al contesto in cui veniva utilizzato. Inizialmente installato nei bordelli, il bidet finì per essere associato a pratiche considerate immorali. Questa connotazione negativa ne impedì la diffusione nelle case borghesi e nelle residenze aristocratiche francesi, relegandolo a un ruolo marginale.
L’adozione italiana del bidet
Se il bidet in Francia rimase confinato a un ambito ristretto, in Italia trovò invece una nuova vita grazie alla Regina di Napoli, Maria Carolina d’Asburgo-Lorena. La sovrana, moglie di Ferdinando IV di Borbone, fece installare un bidet nel suo bagno personale nel Palazzo Reale di Caserta. Questa scelta, considerata innovativa e raffinata, portò alla diffusione del bidet prima nella corte napoletana e poi in tutto il Regno di Napoli.
L’abitudine di utilizzare il bidet si radicò nella cultura italiana, grazie anche all’associazione con la pulizia e il benessere. Con il passare del tempo, il bidet divenne un elemento imprescindibile dei bagni italiani, estendendosi a tutta la penisola e diventando un simbolo di modernità e cura personale.
Perché il bidet è ancora raro all’estero?
Nonostante la sua utilità, il bidet non è mai riuscito a superare le barriere culturali in molti paesi. Nei paesi anglosassoni, per esempio, le pratiche igieniche si sono storicamente sviluppate in modo diverso, con una maggiore attenzione a docce e vasche da bagno. In alcuni casi, l’assenza di spazio nei bagni delle abitazioni ha reso difficile l’introduzione di un sanitario aggiuntivo.