La gelosia morbosa del 40enne aveva raggiunto livelli tali da impedirle persino di recarsi dal medico o dallo specialista che la seguiva per il trattamento della sindrome depressiva da cui era affetta. Esasperata dalla situazione e temendo per la propria incolumità, la donna ha deciso di rivolgersi nuovamente alle autorità presentando una nuova denuncia. Lo scorso luglio, il Gip di Verona ha emesso un’ordinanza che vietava all’uomo di avvicinarsi alla vittima, imponendo una distanza minima di 500 metri dai luoghi da lei frequentati e applicando il braccialetto elettronico.
Nonostante queste misure, l’uomo ha continuato a cercare contatti con la ex compagna, tentando di convincerla che fosse cambiato. Inizialmente la donna ha mostrato qualche esitazione, ma un episodio avvenuto durante un breve soggiorno in un B&B ha dimostrato il contrario. In quell’occasione, il 40enne ha abusato nuovamente di lei, costringendola a consumare alcolici e farmaci per annullare la sua resistenza.
A seguito di quest’ultimo episodio, la donna ha trovato il coraggio di chiamare un numero di emergenza. È stata immediatamente soccorsa e trasportata in ospedale per ricevere le cure necessarie. Nel frattempo, l’uomo è stato denunciato per aver violato il divieto di avvicinamento ed è stato trattenuto in attesa di una decisione urgente dell’Autorità Giudiziaria. Su richiesta del Sostituto Procuratore, il Gip ha disposto un ulteriore aggravamento della misura cautelare, ordinando gli arresti domiciliari, che sono stati eseguiti poche ore dopo.
Il caso ha sollevato nuovamente l’attenzione sulla necessità di strumenti più efficaci per proteggere le vittime di violenza domestica. Nonostante l’introduzione del braccialetto elettronico come misura preventiva, l’uomo è riuscito a eludere i controlli e a perpetrare ulteriori abusi nei confronti della sua ex compagna. Questo episodio evidenzia le difficoltà nel garantire la sicurezza delle vittime e nell’impedire ai loro aggressori di continuare a esercitare una forma di controllo e oppressione.