Riflettendo sulla metafora di Ulisse, Fabio Volo ha spiegato come questa figura mitologica rappresenti per lui un viaggio interiore: “Ulisse è la metafora dell’uomo circolare verso se stesso, quello che si chiede: chi sono e quanto valgo”. Ha poi aggiunto: “Non sono l’uomo alfa e vado d’accordo con gli uomini. Mi piace più sedurre che combattere con gli uomini. Mi distraggo quando una persona si annoia”.
Un altro tema toccante affrontato durante l’intervista è stato il rapporto con il padre, segnato dalle difficoltà economiche dovute ai debiti accumulati nella gestione della panetteria di famiglia. Fabio Volo ha ricordato con emozione: “Quando tu non hai potere economico, chiunque ne abbia uno piccolo – il direttore di banca, il notaio, l’ufficio di igiene che arriva in negozio – tu non hai nessun’arma per difenderti. Quella frase di mio padre, ‘Bisogna imparare a mandare giù le umiliazioni’, io non l’ho mai accettata. Piuttosto vado a dormire come Bukowski su una panchina”.
Ha poi rivelato come queste esperienze abbiano influenzato profondamente la sua crescita personale: “La sua sfortuna è stata la mia fortuna, me l’ha detto. Ma dal punto di vista psicologico, ci è voluta l’analisi per superarla. Più avevo fortuna, più mi sentivo in colpa per la mia famiglia”.
Il successo come scrittore è stato un altro argomento centrale dell’intervista. Nonostante abbia venduto milioni di copie e sia amato da un vasto pubblico, Fabio Volo ha spesso dovuto affrontare critiche da parte del mondo letterario: “Credo che sono due mondi che non si incontrano”. Ha spiegato che le critiche non riguardano tanto la qualità dei suoi libri quanto il numero di copie vendute: “Non è legato a quello che scrivo, ma a quello che vendo. Ci sono libri molto più brutti dei miei, ma nessuno ne parla. Penso che sia colpa dei nove milioni di libri venduti”.
Ha ricordato anche un episodio significativo legato a Alessandro Baricco, che una volta gli disse: “Io ho venduto abbastanza per non odiarti”. Riguardo al prestigioso Premio Strega, ha dichiarato senza esitazioni: “Non ho intenzione di prendere lo Strega. Non mi metto a fare una struttura, una ricerca di parole, non credo di essere capace di vincere uno Strega. Esiste un circoletto, non vivo nella zona giusta. Sto vicino a Castel Sant’Angelo, la zona giusta sarebbe il Pigneto. Lì bisogna prendere casa per prendere lo Strega”.
Un altro aspetto curioso emerso durante l’intervista riguarda il presunto “tirchierismo” attribuitogli da alcuni. Fabio Volo ha chiarito: “Non sono tirchio, ma non compro le cose che non mi servono. Compro un capo all’anno. Questo jeans era bucato, ci ho fatto l’intervista da Fazio. Mi sono accorto del buco, l’ho fatto aggiustare. In Thailandia ho comprato cinque paia di scarpe tarocche, che lì costano 20 euro ma da noi 300”.
L’intervista si è conclusa con qualche accenno alla sua vita personale e alla separazione dalla compagna Johanna Maggy, su cui però Fabio Volo non si è voluto dilungare troppo.
Con la sua consueta ironia e autoironia, Fabio Volo ha offerto al pubblico di Belve uno spaccato autentico della sua vita e della sua personalità, dimostrando ancora una volta la sua capacità di affrontare sia le critiche sia i successi con leggerezza ma senza superficialità.
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