Fabio Volo si racconta a “Belve”: dall’arte di non prendersi sul serio alle critiche per il successo come scrittore, passando per il rapporto con il padre e la separazione.
Nella terza puntata di Belve, il celebre programma condotto da Francesca Fagnani, l’ospite d’onore è stato Fabio Volo. Scrittore, attore e conduttore, Volo ha affrontato con sincerità e ironia temi legati alla sua carriera, alla sua vita privata e al modo in cui è percepito dal pubblico e dalla critica. Durante l’intervista, ha riflettuto sul tempo che passa, sulle difficoltà incontrate e sulle lezioni apprese.
“Sono invecchiato, è passata la fase in cui avevo fame”, ha ammesso Fabio Volo, riconoscendo come il tempo abbia modificato il suo approccio alla vita e alla carriera. Ha poi affrontato il dibattito che spesso lo ha visto al centro delle polemiche: “A un certo punto della mia vita si è aperta una discussione: Fabio Volo è uno scrittore sì o no? Sono diventato un segnaposto. Tutti si dimenavano su questo dibattito”. Con queste parole, Volo ha sintetizzato la questione che lo ha accompagnato per anni, dividendo il pubblico tra ammiratori e detrattori.
Nel corso dell’intervista, Fabio Volo ha confessato di fare fatica a prendersi sul serio, un tratto caratteriale che lo accompagna da sempre: “Faccio fatica a prendermi sul serio, o che la gente mi prenda sul serio. A volte dico cazzate che poi negli anni si scoprono cose sagge, e viceversa. Se serve, sono bugiardo”. Ha raccontato di aver attraversato una fase più “strattonante” nella sua vita, ma che ora si sente diverso: “Ho avuto una fase dove sono stato più strafottente, ora non sono più una belva e un calcolatore, perché ho vinto”.
Oltrepassa la censura dei social sotto regime. Seguici su Telegram: Basta un clic qui