Durante la partita di Serie A tra Fiorentina e Inter, disputata il 1° dicembre, un evento drammatico ha scosso il mondo del calcio italiano. Il centrocampista della Fiorentina, Edoardo Bove, si è improvvisamente accasciato a terra, privo di sensi, a causa di un malore. Il giocatore è stato immediatamente soccorso e trasportato d’urgenza all’ospedale Careggi di Firenze, dove è stato sottoposto a cure mediche intensive.
Secondo quanto riportato dall’ultimo bollettino medico diffuso dalla Fiorentina nel primo pomeriggio del 2 dicembre, le condizioni di Bove sono migliorate sensibilmente. “Edoardo Bove, dopo aver passato una notte tranquilla, è stato risvegliato ed estubato. Attualmente è sveglio, vigile ed orientato”, si legge nella nota ufficiale del club viola.
I medici dell’ospedale Careggi continuano a effettuare accertamenti diagnostici per comprendere le cause del malore che ha colpito il giovane atleta. Dai primi riscontri, sembra che l’episodio sia stato provocato da un arresto cardiaco legato a una condizione nota come torsione di punta, una forma particolare di tachicardia ventricolare. Questa aritmia può essere associata a un’anomalia dell’attività elettrica del cuore, in particolare a un intervallo QT più lungo del normale.
L’intervallo QT è un parametro misurabile attraverso l’elettrocardiogramma e rappresenta il tempo necessario affinché il cuore si ricarichi elettricamente tra un battito e l’altro. Un prolungamento anomalo di questo intervallo può essere indicativo di una condizione chiamata sindrome del QT lungo, che può avere cause genetiche o essere scatenata da fattori acquisiti.
Secondo il professor Daniele Andreini, responsabile dell’Unità operativa di Cardiologia clinica ed imaging cardiaco e Cardiologia dello sport presso l’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio, “la sindrome del QT lungo è una condizione facilmente diagnosticabile attraverso un elettrocardiogramma. Si tratta semplicemente di misurare l’intervallo QT e rapportarlo alla frequenza cardiaca”. Questa sindrome, come spiegato dall’esperto, rappresenta una delle principali cause di morte cardiaca improvvisa nei giovani sotto i 20 anni.
Tuttavia, il professor Andreini sottolinea che nei giovani atleti, soprattutto quelli professionisti, è estremamente raro che la sindrome del QT lungo passi inosservata. “Attraverso l’idoneità sportiva obbligatoria, che include l’elettrocardiogramma e in molti casi anche l’elettrocardiogramma sotto sforzo, questa condizione viene generalmente individuata dai medici dello sport”, ha spiegato.
Le cause della sindrome del QT lungo possono essere di natura genetica o acquisita. Le mutazioni nei geni che regolano le correnti ioniche del potassio e del sodio nel cuore sono tra le cause genetiche più comuni. Tuttavia, anche situazioni temporanee come squilibri elettrolitici possono provocare un allungamento dell’intervallo QT. Ad esempio, episodi di vomito o diarrea prolungati possono alterare i livelli di elettroliti nel sangue, influenzando l’attività elettrica del cuore.
In merito alle possibili cause del malore di Bove, alcune fonti non ufficiali hanno ipotizzato un crollo dei livelli di potassio nel sangue. Il professor Andreini ha spiegato che “il potassio è il primo elettrolita che viene sensibilmente ridotto a livello plasmatico in situazioni di squilibrio elettrolitico”. Inoltre, chi soffre della sindrome del QT lungo deve prestare particolare attenzione a determinati farmaci che possono prolungare l’intervallo QT, come alcuni antibiotici, antivirali e antidepressivi.
La vicenda di Edoardo Bove ha riportato l’attenzione sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce delle patologie cardiache nei giovani atleti. Negli ultimi anni, gli screening cardiologici obbligatori per chi pratica sport agonistico hanno contribuito a ridurre significativamente il rischio di episodi fatali sul campo.
Nonostante lo spavento iniziale, la situazione sembra volgere verso il meglio per il giovane centrocampista della Fiorentina. I tifosi viola e gli appassionati di calcio in tutta Italia sperano in un rapido recupero per Bove, che potrà contare sul supporto della sua famiglia, della squadra e dei medici per affrontare questa delicata fase.
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