La Procura di Verona sta cercando di fare luce sulla tragica morte di Cristina Pugliese, una giovane donna di 27 anni, trovata priva di vita nel bagno della sua abitazione a Caldiero, piccolo comune in provincia di Verona. Il drammatico episodio è avvenuto domenica pomeriggio, quando il compagno della donna, un uomo di 40 anni, ha contattato il numero d’emergenza 112 per segnalare il ritrovamento del corpo.
Secondo quanto riportato dall’uomo, Cristina si sarebbe tolta la vita utilizzando il tubo flessibile della doccia. “Venite, la mia compagna si è impiccata nella doccia”, avrebbe detto ai carabinieri intervenuti sul posto. Tuttavia, le circostanze del decesso hanno sollevato dubbi tra gli investigatori, portando la Procura ad aprire un fascicolo d’inchiesta per omicidio volontario a carico del compagno.
Le prime verifiche effettuate dai carabinieri hanno evidenziato alcune incongruenze nella dinamica descritta dall’uomo. Queste discrepanze hanno spinto gli inquirenti a disporre il sequestro dell’abitazione e della salma della giovane donna. Il corpo di Cristina Pugliese è stato trasferito all’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Borgo Roma, dove sarà sottoposto ad autopsia per chiarire le esatte cause della morte.
In una nota ufficiale, il Procuratore capo di Verona, Raffaele Tito, ha dichiarato: “In considerazione di quanto acclarato dai preliminari accertamenti, dovendosi procedere a più approfondite indagini di tipo tecnico-scientifico, è stata disposta l’autopsia, e al fine di consentire al compagno della donna deceduta di poter esercitare tutte le garanzie di legge il medesimo è stato iscritto sul registro degli indagati per il delitto di omicidio volontario”.
La vicenda ha scosso profondamente la comunità locale. Cristina Pugliese, originaria di Marina di Gioiosa Ionica, in provincia di Reggio Calabria, si era trasferita con la sua famiglia nel veronese diversi anni fa. Era madre di una bambina di appena cinque anni. I genitori e il fratello della giovane vivono nella zona; quest’ultimo gestisce un’autofficina a Soave, un paese situato a pochi chilometri da Caldiero.
L’abitazione dove è avvenuto il tragico episodio è stata posta sotto sequestro per consentire agli investigatori di raccogliere ulteriori elementi utili alle indagini. Al momento, il compagno della donna rimane l’unico indagato e sarà sottoposto a interrogatori e accertamenti per chiarire la sua posizione.
Le autorità stanno lavorando per ricostruire con precisione gli eventi che hanno portato alla morte di Cristina Pugliese. L’autopsia rappresenta un passaggio cruciale per determinare se si tratti effettivamente di un suicidio, come dichiarato dal compagno, o se vi siano elementi che possano far pensare a un atto violento.
La notizia ha suscitato grande emozione anche nella comunità calabrese d’origine della giovane. Gli amici e i conoscenti descrivono Cristina come una persona solare e affettuosa, legatissima alla sua famiglia e soprattutto alla sua bambina. La madre e il padre della vittima sono stati informati delle indagini in corso e si sono detti fiduciosi nel lavoro della magistratura.
Gli inquirenti stanno inoltre esaminando eventuali testimonianze e raccogliendo informazioni sul rapporto tra Cristina Pugliese e il suo compagno. Non sono emersi finora episodi noti di violenza domestica o situazioni che potessero far presagire un evento così drammatico. Tuttavia, gli investigatori non escludono alcuna ipotesi e stanno valutando ogni possibile scenario.
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