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Come finisce Piove: trama, cast e finale

“Piove” è un thriller horror diretto da Paolo Strippoli, che combina elementi soprannaturali e psicologici per esplorare rabbia, dolore e tensioni familiari in un’ambientazione inquietante e suggestiva.

Nel 2022, Paolo Strippoli firma il suo secondo lungometraggio, “Piove”, un film che mescola il genere horror con una profonda riflessione psicologica e sociale. Ambientato in una Roma cupa e minacciosa, il racconto si sviluppa attorno a un misterioso fenomeno atmosferico: una pioggia che porta con sé una melma grigiastra capace di scatenare la rabbia repressa e i lati più oscuri di chi ne entra in contatto. La pellicola esplora le dinamiche umane e familiari, mettendo in scena conflitti interiori che emergono in tutta la loro brutalità. “Piove” vede nel cast attori come Fabrizio Rongione, Cristiana Dell’Anna, Francesco Gheghi, Aurora Menenti, Leon de La Vallée ed Elena Di Cioccio.

La trama: quando il vapore risveglia l’oscurità

La storia è ambientata a Roma, dove la città è sconvolta da un fenomeno soprannaturale: durante le piogge, una sostanza grigiastra emerge dai tombini e sprigiona un vapore che risveglia in chi lo respira emozioni represse e rabbia incontrollata. La narrazione si concentra sulla famiglia Morel, già profondamente segnata dalla morte della madre Cristina in un incidente stradale avvenuto un anno prima.

Thomas, il padre, vive in un’apatia colma di rancore, incapace di relazionarsi con il figlio adolescente Enrico, che a sua volta fatica a superare il trauma e si sente abbandonato. La loro relazione è caratterizzata da un silenzio carico di tensione, mentre la piccola Barbara, la figlia minore, sogna di riunire la famiglia. L’arrivo della melma misteriosa amplifica le tensioni, costringendo i protagonisti a confrontarsi con i propri demoni interiori, in una spirale di conflitti che li conduce verso un drammatico punto di rottura.

Man mano che il fenomeno atmosferico si intensifica, la città intera sprofonda nel caos. Thomas ed Enrico, costretti ad affrontare ciò che li divide, scoprono che il vapore non è solo un agente distruttivo, ma anche un riflesso del loro dolore inesplorato. La pioggia diventa quindi metafora di purificazione e distruzione, rivelando il delicato equilibrio tra la possibilità di redenzione e il rischio di essere sopraffatti dalle proprie emozioni.

La regia di Paolo Strippoli

Paolo Strippoli, nato a Corato nel 1993, si è già affermato come una delle voci emergenti del cinema horror italiano. Dopo essersi diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ha co-diretto il thriller “A Classic Horror Story”, distribuito su Netflix, che gli è valso il premio per la miglior regia al Taormina Film Fest. Con “Piove”, Strippoli dimostra una maturità artistica crescente, puntando su una narrazione più intimista che mette al centro i conflitti interiori dei personaggi. La sua regia riesce a creare un’atmosfera opprimente, in cui il mistero e la paura si mescolano a una profonda introspezione psicologica.

La sceneggiatura, scritta da Strippoli in collaborazione con Jacopo Del Giudice, arricchisce il film con una componente simbolica che va oltre il genere horror. Del Giudice, laureato in Arti e Scienze dello Spettacolo e vincitore del premio Solinas per la miglior sceneggiatura nel 2017, porta in “Piove” la sua esperienza nella scrittura di storie complesse e stratificate. Il risultato è una narrazione che affronta temi universali come la rabbia, il dolore e la necessità di riconciliarsi con sé stessi e con gli altri.

Simbolismo e critica sociale

La melma grigiastra che emerge durante le piogge non è solo un espediente narrativo, ma un potente simbolo delle emozioni negative che la società tende a reprimere. “Piove” utilizza questo elemento soprannaturale per riflettere su temi di grande attualità: il deterioramento delle relazioni umane, l’incapacità di comunicare e l’alienazione che spesso caratterizza la vita moderna. Il film suggerisce che, se queste emozioni non vengono affrontate, possono esplodere in modi distruttivi, proprio come il vapore che travolge i protagonisti.

Allo stesso tempo, la pioggia rappresenta anche un’opportunità di cambiamento. Se affrontate con coraggio, le emozioni represse possono essere trasformate in una forza catartica, capace di guarire le ferite interiori. Questo dualismo rende “Piove” un’opera che, pur rimanendo fedele alle convenzioni del genere horror, si distingue per la sua profondità e la sua capacità di coinvolgere lo spettatore su un piano emotivo e intellettuale.

Un horror psicologico che lascia il segno

“Piove” ha ricevuto riscontri positivi dalla critica, che ne ha apprezzato l’originalità e l’approccio innovativo al genere. Le performance degli attori sono state particolarmente elogiate, con Fabrizio Rongione e Francesco Gheghi che danno vita a interpretazioni intense e autentiche. La regia di Strippoli, combinata con una fotografia cupa e suggestiva, crea un’atmosfera unica, in cui ogni elemento visivo contribuisce a costruire la tensione.

Il film si distingue anche per il suo impegno nel raccontare una storia universale attraverso il filtro dell’horror. Non è solo un’opera di intrattenimento, ma una riflessione profonda sulla natura umana, sulla difficoltà di elaborare il dolore e sulla possibilità di superare le divisioni che ci separano.

Questa sera, 20 novembre 2024, il film sarà trasmesso su Rai 4 alle 21:23. Un’occasione per scoprire un’opera che unisce suspense, emozione e introspezione, confermando il talento di Paolo Strippoli come una delle voci più promettenti del cinema italiano contemporaneo.

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