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Jake Paul batte Mike Tyson: crescono i sospetti di un match organizzato per spettacolo e profitto

L’incontro di boxe tra Jake Paul e Mike Tyson, che ha visto la vittoria dello Youtuber per decisione unanime, continua a suscitare polemiche e sospetti. Sin dall’annuncio del match, molti avevano ipotizzato che potesse trattarsi più di un evento spettacolare che di una vera competizione sportiva. Questi dubbi si sono amplificati dopo il verdetto, con Tyson, 58 anni e visibilmente segnato da problemi fisici, che si è persino inchinato a Paul in segno di rispetto prima della conclusione.

La sensazione di un incontro “accomodato” è stata ulteriormente alimentata dal ritmo blando e dalle scelte tattiche dei due pugili, percepite da molti come poco credibili per un confronto autentico. Le critiche sono esplose sia tra il pubblico presente in Texas che tra gli spettatori da casa, con alcuni che hanno lasciato l’arena in segno di protesta e altri che hanno spento la TV, delusi anche dalla qualità dello streaming su Netflix.

L’ombra della “clausola anti-violenza”

Già prima del combattimento, l’ex campione britannico Carl Froch aveva lanciato accuse pesanti, dichiarando che l’esito dell’incontro fosse stato deciso in anticipo. Froch aveva parlato di una presunta “clausola anti-violenza”, un accordo tra i contendenti che avrebbe limitato la possibilità di infliggere colpi significativi, trasformando il match in un’esibizione priva di vera competizione.

Le perplessità sono state confermate da alcune figure autorevoli nel mondo della boxe. Sara Bailey, campionessa mondiale WBA dei pesi mosca leggeri, presente a bordo ring come parte del team del pugile Lucas Bahdi, non ha nascosto i suoi dubbi. Intervistata da Es News, Bailey ha affermato: «Sì, è stato sistemato… mi dispiace». Un parere condiviso dallo stesso Bahdi, che ha aggiunto: «Penso che Paul se l’è presa comoda».

La delusione del pubblico e degli appassionati

Durante l’incontro, il pubblico presente ha manifestato la propria insoddisfazione per un match che molti hanno definito poco avvincente. Alcuni spettatori hanno lasciato i loro posti fischiando, mentre sui social si è scatenata una pioggia di critiche. Molti utenti hanno accusato gli organizzatori di aver creato uno spettacolo puramente commerciale, dove i guadagni milionari dei protagonisti avrebbero avuto la priorità rispetto alla qualità sportiva.

Tra i momenti più discussi, il comportamento di Mike Tyson, che in più occasioni è sembrato trattenersi e preferire un atteggiamento difensivo anziché cercare di mettere in difficoltà il più giovane e agile avversario. Questo atteggiamento, unito alla presunta clausola citata da Froch, ha rafforzato l’idea che l’intero incontro fosse stato pianificato per massimizzare il profitto senza mettere a rischio i due protagonisti.

Un “reality” sul ring?

Secondo alcuni critici, il match potrebbe essere stato concepito come il culmine di una narrazione che mescola boxe e intrattenimento, una sorta di “reality show” in cui il risultato sarebbe meno importante rispetto alla spettacolarità e all’attenzione mediatica generata. Questo approccio, sebbene controverso, rientrerebbe nella strategia adottata da Jake Paul negli ultimi anni, dove l’intrattenimento e le polemiche hanno spesso accompagnato i suoi incontri sul ring.

I rischi per la credibilità della boxe

La vicenda solleva interrogativi più ampi sulla direzione presa dalla boxe contemporanea, con eventi sempre più spesso dominati da star mediatiche piuttosto che da atleti professionisti. Se da un lato questo approccio può attirare nuove fasce di pubblico, dall’altro rischia di minare la credibilità dello sport agli occhi degli appassionati tradizionali.

L’ex campione mondiale Carl Froch ha espresso preoccupazione per il futuro della disciplina, sottolineando che episodi come questo potrebbero allontanare i tifosi più puristi. «La boxe è uno sport che richiede sacrificio e dedizione. Eventi come questo rischiano di ridurre tutto a uno spettacolo vuoto», ha dichiarato.

Nonostante le polemiche, né Jake Paul né il suo team hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito alle accuse di un match “truccato”. Anche Mike Tyson ha evitato di commentare, limitandosi a ringraziare i fan per il supporto ricevuto. Tuttavia, il silenzio delle parti coinvolte non ha fatto altro che alimentare ulteriormente i sospetti.

Con questa vittoria, Jake Paul continua a costruire la sua carriera nel mondo della boxe, ma il prezzo da pagare potrebbe essere alto. Le accuse di incontri pilotati rischiano di mettere in discussione la sua credibilità come atleta e di relegare i suoi successi a semplici operazioni commerciali.

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