La decisione del Presidente Joe Biden di autorizzare l’utilizzo di missili americani a lungo raggio da parte di Kiev contro la Russia ha scatenato dure reazioni tra i repubblicani e l’entourage di Donald Trump. Tra le voci più critiche spicca quella di Donald Trump Jr., che ha espresso il proprio dissenso in un messaggio sui social, senza risparmiare accuse.
“Il Complesso Militare-Industriale vuole assicurarsi che la Terza Guerra Mondiale scoppi prima che mio padre abbia la possibilità di creare la pace e salvare vite”, ha scritto Donald Trump Jr. su X, riferendosi indirettamente alla decisione di Biden. Ha poi aggiunto: “Bisogna fermare quei trilioni di dollari”. Parole che sottolineano una visione profondamente critica del sostegno militare americano a Kiev, ritenuto un fattore che alimenta l’escalation del conflitto.
Ti potrebbe interessare:
Anche altri esponenti repubblicani hanno condiviso questa lettura. Richard Grenell, ex ambasciatore degli Stati Uniti in Germania e figura vicina a Trump, ha dichiarato: “Vogliono un’escalation prima di lasciare”. Secondo i fedelissimi dell’ex presidente, il sostegno a Kiev rappresenta un tentativo dei democratici di complicare la strada alla possibile nuova amministrazione repubblicana.
Trump: la promessa di porre fine alla guerra in 24 ore
Durante la campagna elettorale, Donald Trump ha spesso affermato di essere l’unico leader in grado di negoziare una pace rapida tra Russia e Ucraina, promettendo che il conflitto si sarebbe concluso “entro 24 ore” con un suo intervento diretto. Questa visione, tuttavia, è stata accolta con scetticismo da molti analisti, secondo cui una soluzione così veloce potrebbe favorire Vladimir Putin, soprattutto in un contesto in cui gli Stati Uniti potrebbero ridurre significativamente il sostegno economico e militare a Kiev.
“Come ha detto il presidente Trump durante la campagna elettorale, è l’unico che può unire entrambe le parti per negoziare la pace, lavorare per porre fine alla guerra e fermare le uccisioni”, ha ribadito il direttore delle comunicazioni dell’ex presidente, sottolineando l’importanza della leadership di Trump in una fase così delicata.
Il piano di Biden: sostegno militare senza limiti fino al termine del mandato
L’amministrazione Biden ha confermato la volontà di mantenere il sostegno militare all’Ucraina fino alla conclusione del mandato presidenziale. Grazie a un nuovo stanziamento economico, saranno garantite ulteriori risorse per il conflitto anche nel corso del prossimo anno, indipendentemente dalle critiche dei repubblicani.
Secondo fonti vicine alla Casa Bianca, la recente autorizzazione all’uso di missili a lungo raggio, noti come Atacms, è limitata a specifici obiettivi nella regione russa di Kursk. Questa decisione sarebbe stata motivata, almeno in parte, dalla necessità di contrastare il supporto militare che la Corea del Nord potrebbe fornire a Mosca. Funzionari statunitensi hanno infatti dichiarato ad Axios che l’obiettivo è dissuadere Pyongyang dall’inviare ulteriori truppe a sostegno della Russia. “Colpire le truppe nordcoreane nella regione di Kursk potrebbe indurre il regime nordcoreano a riconsiderare il proprio coinvolgimento”, ha spiegato una fonte dell’amministrazione.
Un conflitto di visioni sulla politica estera americana
La divergenza di opinioni tra democratici e repubblicani sulla gestione del conflitto in Ucraina evidenzia un profondo disaccordo sulle priorità della politica estera statunitense. Mentre Biden continua a sostenere che un rafforzamento delle capacità difensive ucraine sia essenziale per garantire la sicurezza globale, i repubblicani criticano questa strategia come rischiosa e costosa.
Per Donald Trump Jr. e altri esponenti vicini all’ex presidente, il sostegno a Kiev rappresenta un’ulteriore prova della volontà dei democratici di “imporre una guerra” che potrebbe avere conseguenze devastanti per il mondo intero. Tuttavia, gli alleati di Biden ribattono che la cooperazione con l’Ucraina è fondamentale per frenare l’espansionismo russo e preservare l’ordine internazionale.
La posizione di Trump, che punta a un dialogo diretto con Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, appare in netta controtendenza rispetto all’approccio dell’attuale amministrazione. Gli elettori americani, però, restano divisi sulla questione: se da un lato molti sostengono la necessità di porre fine al conflitto, dall’altro temono che un ritiro prematuro degli Stati Uniti possa compromettere l’equilibrio di potere in Europa.
Oltrepassa la censura dei social sotto regime. Seguici su Telegram: Basta un clic qui