Un paziente di 66 anni, affetto da lesione al midollo spinale cervicale, torna a camminare grazie a un intervento innovativo di neurostimolazione ad alta frequenza eseguito al San Giovanni Addolorata di Roma.
Un intervento chirurgico all’avanguardia ha permesso a un uomo di 66 anni, colpito da una grave lesione del midollo spinale cervicale, di recuperare la capacità di camminare autonomamente. L’operazione è stata effettuata presso l’ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, dove l’équipe della Uosd Terapia del Dolore, guidata da Felice Occhigrossi e Roberto Gazzeri, insieme a un team di infermieri specializzati, ha eseguito la procedura utilizzando un innovativo sistema di neurostimolazione midollare ad alta frequenza.
Ti potrebbe interessare:
- Il cane che non smette di aspettare il padrone al cimitero di Castel Volturno: il video tocca il cuore della Rete
- Chi è Naomi dalla Puglia di Affari Tuoi? Ecco cos’è successo nella puntata di stasera, 15 novembre 2024
- “Mio figlio di sei anni vuole abiti rosa? Li porterà”: la replica di un genitore ai bulli
Il paziente soffriva di mielopatia cervicale cronica, una condizione degenerativa del midollo spinale che gli causava tetraparesi spastica dolorosa e lo rendeva incapace di camminare autonomamente. Grazie all’intervento, a distanza di un anno, ha riacquistato l’autonomia nella deambulazione, segnando un notevole miglioramento nella sua qualità di vita.
L’ospedale San Giovanni Addolorata è attualmente il principale centro di riferimento del Lazio per la neuromodulazione e il caso clinico è stato recentemente pubblicato sull’European Spine Journal, evidenziando le promettenti implicazioni della tecnica nel trattamento delle lesioni midollari.
Una tecnica mini-invasiva per ridare speranza
L’intervento di neurostimolazione midollare ad alta frequenza prevede l’inserimento di due elettrocateteri nello spazio epidurale del canale vertebrale. Questi vengono collegati a un generatore di impulsi elettrici che interrompe la trasmissione dei segnali dolorosi dal midollo spinale al cervello. Tale approccio non solo allevia il dolore ma favorisce anche un miglioramento delle funzioni motorie.
Il paziente ha riscontrato un significativo sollievo già pochi giorni dopo l’intervento, notando una riduzione del dolore agli arti inferiori e un miglioramento della spasticità muscolare. Dopo circa un anno, il recupero delle capacità motorie ha portato a un’importante autonomia deambulatoria. L’efficacia dell’intervento, tuttavia, dipende da specifici criteri clinici e non può essere garantita in tutti i casi.
Le parole degli esperti
Felice Occhigrossi, responsabile della Uosd Terapia del Dolore, ha sottolineato l’importanza dell’innovazione tecnologica: “Siamo orgogliosi di essere il primo Centro in Italia a utilizzare questo dispositivo ad altissima frequenza per il trattamento del dolore cronico, che ha permesso il recupero motorio in un paziente tetraparetico con lesione cervicale.” Tuttavia, ha anche precisato che l’intervento non rappresenta una soluzione universale: “La tecnologia purtroppo non è in grado di far camminare tutti i pazienti tetraparetici. In casi selezionati, però, può diventare un’arma in più per migliorare la loro qualità di vita.”
Un passo avanti per la medicina
Il caso trattato al San Giovanni Addolorata apre nuove prospettive nel campo della neurostimolazione midollare, una disciplina in continua evoluzione che potrebbe rivoluzionare il trattamento delle lesioni spinali. Grazie a tecnologie sempre più avanzate, l’approccio combinato tra neurostimolazione e riabilitazione personalizzata potrebbe garantire risultati promettenti per pazienti con condizioni simili.
Il successo ottenuto dimostra come le innovazioni in campo medico possano offrire nuove opportunità per condizioni cliniche tradizionalmente considerate invalidanti. Proseguire nella ricerca e nell’applicazione di queste tecniche sarà fondamentale per estendere i benefici a un numero sempre maggiore di pazienti.
La sfida futura sarà migliorare ulteriormente l’efficacia della neurostimolazione e identificare con precisione i pazienti che possono trarne il massimo vantaggio. Intanto, il caso del paziente sessantaseienne rimane un esempio concreto di come la tecnologia possa trasformare vite, restituendo autonomia e dignità a chi l’aveva persa.
Oltrepassa la censura dei social sotto regime. Seguici su Telegram: Basta un clic qui