In un’intervista, Zucchero racconta i suoi esordi difficili, il desiderio di tornare a Sanremo come ospite e riflette sulle sfide che i giovani artisti affrontano oggi, tra talent show e pressioni mediatiche.
Zucchero ha recentemente lanciato il suo nuovo album, Discover II, una raccolta di brani rivisitati e reinterpretati, dove porta il suo stile unico in nuove versioni di canzoni che hanno fatto la storia. In un’intervista a Vanity Fair, il cantante si è aperto sul suo percorso, ricordando le difficoltà dei primi anni e commentando l’evoluzione dell’industria musicale, in particolare il fenomeno dei talent show e le sfide che i giovani artisti affrontano oggi. Inoltre, ha espresso il desiderio di tornare al Festival di Sanremo nel 2025, in una veste speciale.
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“Parteciperei a Sanremo per celebrare i quarant’anni di Donne”
Nell’intervista, Zucchero non esclude la possibilità di prendere parte al prossimo Festival di Sanremo, ma non come concorrente. Con la conduzione affidata a Carlo Conti per l’edizione 2025, l’artista si dice favorevole a una partecipazione per celebrare un importante anniversario: i quarant’anni di “Donne”, brano iconico che risale proprio al febbraio 1985. “Vorrei celebrare i quarant’anni del brano Donne, che ricorreranno a febbraio,” ha dichiarato Zucchero. Questo ritorno sul palco dell’Ariston, per lui, avrebbe un significato simbolico e non competitivo.
Zucchero e la gavetta: “Oggi i giovani artisti soffrono perché non fanno gavetta”
Con un occhio critico, Zucchero ha analizzato la situazione dei giovani artisti emergenti e le difficoltà emotive che molti di loro stanno affrontando, dovute, a suo avviso, alla mancanza di “gavetta”. “Oggi leggo di artisti giovani che hanno crolli emotivi: credo sia normale, quando non si fa gavetta non si hanno le spalle larghe per sopportare ciò che questo mestiere comporta,” ha spiegato. Secondo l’artista, l’esperienza acquisita negli anni è fondamentale per affrontare le sfide di una carriera nel mondo musicale.
Zucchero ha rievocato gli esordi della sua carriera, un periodo caratterizzato da sfide economiche e personali, che gli hanno insegnato il valore della perseveranza. “A 23 anni decisi di sposarmi e d’investire i risparmi che non avevo per andare a vivere in una casa davvero modesta che, avrei capito poi, non voleva nessuno,” ha raccontato, ricordando come le difficoltà della vita lo abbiano temprato. “Sono stato un pazzo,” ha aggiunto, spiegando che quel periodo di gavetta e sacrifici è stato formativo.
“Il mercato musicale oggi brucia i talenti emergenti”
Secondo Zucchero, i giovani artisti di oggi non hanno lo stesso tempo per costruirsi una carriera, a causa dei ritmi imposti dall’industria musicale moderna e dai talent show. “Perché adesso, penso ai talent, gli artisti li bruciano subito,” ha detto. “Ai nostri tempi c’era la possibilità di fare più dischi, le case discografiche investivano sui progetti, davano tempo.” Ha aggiunto che grandi nomi come Lucio Dalla e Francesco De Gregori avrebbero trovato difficoltà a emergere nell’ambiente attuale, caratterizzato da un’immediata pressione per raggiungere il successo.
Ricordando il punto cruciale della sua carriera, Zucchero ha condiviso un episodio significativo: nel 1984, dopo due tentativi falliti a Sanremo e con problemi economici, ricevette una “ultima chance” da un discografico che credette ancora in lui. Grazie a questa fiducia, riuscì a rilanciare la sua carriera, un’opportunità che ritiene oggi molto più rara.
La sfida di resistere nel mercato musicale odierno
Per Zucchero e i suoi coetanei, adattarsi ai nuovi modelli di consumo musicale è difficile: “Per la mia generazione è difficile perché il mercato si misura con parametri che non sono i nostri e ritmi che non ci appartengono. I dischi, parliamoci chiaro, non si vendono più,” ha affermato. Secondo lui, oggi la rilevanza di un artista dipende dai “numeri” sui social e dalle piattaforme di streaming, elementi estranei alla generazione di musicisti a cui appartiene.
Nonostante le difficoltà, Zucchero afferma che la sua presenza nell’industria è garantita dall’eredità che ha costruito negli anni, anche se il potere decisionale dei discografici è ora fortemente influenzato dal successo digitale e dalla popolarità sui social. “Tanto contano solo gli stream e quanto il cantante è social,” ha concluso.
“Il Festival di Sanremo di Amadeus? Più attenzione agli influencer che alla musica”
In passato, Zucchero non ha risparmiato critiche nei confronti del Festival di Sanremo, soprattutto nelle edizioni condotte da Amadeus, definendolo “il Festival degli influencer”. Secondo l’artista, Amadeus ha dato più importanza alla popolarità sui social che alla qualità musicale delle canzoni presentate. “Amadeus ha pensato più ai numeri sui social che alle canzoni,” ha dichiarato, mettendo in evidenza una tendenza che, a suo avviso, riduce la kermesse a una questione di popolarità online.
Zucchero e Carlo Conti: un’amicizia di lunga data
Sulla conduzione di Sanremo 2025 affidata a Carlo Conti, Zucchero ha parole di stima. I due si conoscono da molti anni, fin da quando frequentavano le stesse serate in Versilia: “Ci conosciamo da quando eravamo ragazzi, frequentavamo le stesse serate in Versilia,” ha raccontato il cantante. Di Conti apprezza la schiettezza e il carattere diretto, qualità che ritiene fondamentali per il successo del Festival. “Mi piace il suo atteggiamento, è anche lui uno diretto: o sì, o no,” ha spiegato.
Zucchero ha confermato che accetterebbe volentieri un invito da parte di Conti a Sanremo, ma solo per un progetto significativo: “Sì, perché mi conosce bene e sa che se devo andare è per fare qualcosa che resti. Non per il compito, magari per celebrare i quarant’anni di Donne.” L’artista tiene a precisare che la nostalgia non è tra le sue motivazioni principali. “Voglio fare musica finché campo, perché mi dà gioia, è la mia ragione di vita,” ha concluso.
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