Un ragazzo di 24 anni, che all’epoca dei fatti ne aveva 18, è accusato di violenza sessuale contro la sorella. I pubblici ministeri di Roma chiedono una condanna a sette anni e sei mesi di carcere. Gli eventi, secondo quanto ricostruito, sono avvenuti in un appartamento di Ostia per diversi anni, fino al 2020, quando la ragazza aveva 12 anni.
La ragazzina avrebbe chiamato la polizia per raccontare quello che accadeva in casa: maltrattamenti continui da parte dei genitori e del fratello maggiore, il disagio per il padre che girava nudo in casa e il fratello più grande di quattro anni che spesso era violento. Si tratta di un racconto grave, ma non è stato sufficiente per un allontanamento immediato da quella casa. La ragazza, secondo quanto riportato dal Messaggero, decide di andare oltre e racconta agli inquirenti anche episodi di violenza sessuale da parte del fratello.
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Il primo episodio è avvenuto il 5 gennaio 2028, durante il 18esimo compleanno del ragazzo. I due sono sdraiati sul letto e giocano alla PlayStation. Lui la ferma all’improvviso e inizia a palpeggiarla. Lei è sotto shock e non dice nulla. Le violenze continuano per anni, diventando sempre più violente, ma la ragazza non riesce a trovare il coraggio di raccontare. Durante il processo, emerge il disagio familiare della giovane, ma ci sono anche alcune incongruenze nel suo racconto. La difesa del 24enne sostiene che lei abbia esagerato per enfatizzare la sua situazione di disagio e tristezza.
La PlayStation è stata acquistata dopo la data dell’evento e quella notte il fratello e un amico presente in casa stavano facendo un live streaming, quindi non può essere successo quello che Paola ha raccontato. Il mio assistito ha problemi di peso, non studia e non lavora. È un ragazzo senza obiettivi che passa le sue giornate chiuso in una stanza al computer; una sentenza del genere a 24 anni lo distruggerà, ha affermato l’avvocato del fratello della vittima in aula.
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