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Come finisce Anora: spiegazione e significato del finale del film di Sean Baker

Il nuovo film di Sean Baker, Anora, ha conquistato la Palma d’Oro alla 77esima edizione del Festival di Cannes, superando concorrenti di alto profilo come Paul Schrader, David Cronenberg, Paolo Sorrentino e Francis Ford Coppola. Se vi siete trovati confusi da alcune dinamiche della trama o dal finale, questo articolo è dedicato a voi. Si preannuncia un’analisi corposa e ricca di spoiler, quindi se non avete ancora visto il film, potrebbe essere meglio fermarvi qui.

La narrazione di Anora segue le vicende di Ani, una giovane sex worker di Brooklyn, la cui vita prende una piega inaspettata dopo l’incontro con Yvan. Questo film non è solo una commedia romantica; affronta temi complessi come il potere, la vulnerabilità e la ricerca di identità. Se desiderate saperne di più sulla trama o visualizzare il trailer, potete trovarlo qui.

Interpretazione del finale di Anora

Il finale di Anora si rivela carico di tristezza e disillusione. I genitori di Yvan sono determinati a porre fine al matrimonio, riuscendo nel loro intento. Ani desidera lottare per il suo amore, ma si sente sopraffatta dalla pressione e dalla mancanza di considerazione. Così decide di seguire la famiglia di Yvan su un volo verso Las Vegas. Riconosce che la potente famiglia oligarchica russa è un avversario troppo forte per opporsi e, durante il soggiorno, Yvan si dimostra indifferente alle sue suppliche. Dopo aver firmato i documenti per l’annullamento, Ani, simbolicamente, getta la pelliccia di visone a Galina, rappresentando il suo desiderio di liberarsi da una situazione oppressiva.

Una volta tornata a New York, Ani vive un momento fragile con Igor, l’unico membro della famiglia russa che le dimostra rispetto. Il loro iniziale antagonismo si trasforma in empatia, ma la loro relazione appare instabile, segnata dal trauma subito da Ani e dalla posizione di Igor, che ha comunque sostenuto l’annullamento. Ani si trova quindi in un conflitto interno tra la ricerca di un legame autentico e il peso della delusione che la sua esperienza le ha inflitto.

Al centro della storia c’è la lotta di Ani per la propria indipendenza. Nonostante l’indennizzo economico ricevuto per la fine della storia con Yvan, il denaro non può colmare le ferite emotive e sociali inflitte dalla sua esperienza. Ani si confronta con un mondo che la giudica incessantemente, non solo per il suo passato professionale, ma anche per la sua relazione non riuscita. Questo mix di vergogna e umiliazione la costringe a riflettere su ciò che desidera per il futuro, rendendo il ritorno alla sua vita precedente una possibilità dolorosa e difficile.

Il film di Sean Baker si configura quindi come una profonda riflessione sulla disillusione. Come in molte delle sue opere, emerge il tema della ricerca dell’identità. Ani realizza di essere stata solo un mero strumento per Yvan, un elemento effimero nella vita di un uomo troppo ancorato ai propri privilegi per abbandonarli. La scena finale, in cui Ani si abbandona alle lacrime insieme a Igor, segna un momento cruciale in cui tutte le emozioni represse iniziano a manifestarsi, permettendole di affrontare il dolore e la solitudine che ha tentato di ignorare.

Infine, il soggetto di Anora trae ispirazione dall’esperienza di Sean Baker come montatore di matrimoni tra il 2000 e il 2001, un passato che ha sicuramente influenzato, anche se in modo inconscio, l’ultima opera del regista di Red Rocket. La storia personale di Baker arricchisce la narrazione, offrendo una nuova dimensione e profondità ai temi trattati.

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