Vivian Jenna Wilson, ventenne e figlia del miliardario Elon Musk, ha espresso pubblicamente la volontà di abbandonare gli Stati Uniti qualora Donald Trump dovesse tornare alla Casa Bianca.
In un messaggio pubblicato su Threads, Wilson ha dichiarato: “Lo pensavo da tempo, ma ieri ne ho avuto la conferma. Non vedo il mio futuro negli Stati Uniti”. La giovane ha aggiunto che, anche se l’eventuale secondo mandato di Trump durasse solo quattro anni e le politiche anti-trans non venissero attuate, la sua preoccupazione è per la mentalità di coloro che sostengono l’ex presidente.
Il commento di Wilson si inserisce in un clima politico sempre più polarizzato in merito ai diritti delle persone transgender negli Stati Uniti. Trump ha più volte affermato di voler imporre limiti alle terapie ormonali e impedire l’accesso delle donne transgender alle squadre sportive femminili, obbligando chi è transgender a seguire regole basate sul sesso biologico. Tali affermazioni hanno destato preoccupazione nella comunità LGBTQ+, di cui Wilson fa parte, e hanno acuito il divario tra la giovane e il padre, che è tra i principali sostenitori dell’ex presidente.
Rapporti tesi con il padre, Elon Musk
Il rapporto tra Vivian Jenna Wilson e Elon Musk è da tempo complesso e caratterizzato da un crescente distacco. Musk, noto per le sue posizioni critiche verso alcune istanze sociali e culturali progressiste, ha anche espresso posizioni scettiche sui temi legati alla comunità LGBTQ+. Wilson, che ha ufficialmente cambiato nome e cognome dopo aver completato la transizione di genere, ha cercato di affermare la propria identità lontano dalle idee del padre.
In un’intervista rilasciata nel luglio scorso, Musk ha dichiarato che Wilson sarebbe stata “uccisa dal virus della mente woke” e ha affermato di essere stato “ingannato” quando ha autorizzato le cure ormonali per sua figlia. Tali commenti hanno alimentato un dibattito acceso, poiché Musk ha sottolineato la propria avversione verso quella che considera un’influenza negativa e alienante.
Wilson, in risposta, ha descritto il padre in un’intervista a CBS News come una persona “fredda”, “veloce ad arrabbiarsi” e “narcisista”. Questi toni di reciproca critica tra padre e figlia rivelano una distanza ideologica profonda che appare sempre più irreparabile.
Elon Musk e il sostegno a Donald Trump
Musk ha contribuito con ingenti somme di denaro alla campagna elettorale di Trump, affermando che una leadership orientata su temi conservatori rappresenterebbe una guida necessaria per gli Stati Uniti. Tuttavia, queste donazioni e l’appoggio pubblico a Trump da parte del magnate sudafricano hanno alimentato polemiche e portato ulteriori divisioni in seno alla sua famiglia.
Le tensioni sono emerse anche con nuove esternazioni di Musk su X (ex Twitter), dove ha recentemente definito il cancelliere tedesco Olaf Scholz “stupido” in risposta alla crisi di governo che si è aperta in Germania. Questo commento, che ha sollevato una nuova ondata di critiche, evidenzia l’approccio diretto e spesso polemico con cui Musk affronta anche questioni di politica internazionale.
Una decisione sentita da tempo
Nella sua dichiarazione su Threads, Vivian Jenna Wilson ha lasciato intendere che la sua scelta di lasciare gli Stati Uniti non è un impulso recente ma una decisione maturata nel tempo, rafforzata dall’eventualità di una presidenza Trump. Wilson ha dichiarato che, anche senza una realizzazione concreta delle proposte anti-trans di Trump, la sola presenza e l’influenza del tycoon e dei suoi sostenitori rappresentano per lei un ambiente incompatibile con il suo futuro.
La giovane è una voce pubblica per i diritti delle persone transgender, e la sua presa di posizione risuona all’interno della comunità LGBTQ+ che teme restrizioni e intolleranza. Molte organizzazioni LGBTQ+ negli Stati Uniti hanno sollevato preoccupazioni in vista delle prossime elezioni, vedendo nelle proposte di Trump un pericolo concreto per i diritti conquistati negli ultimi anni.
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