Ahou Daryaei, studentessa di Letteratura francese presso l’università Azad di Teheran, è stata arrestata dopo aver mostrato un gesto di protesta nel campus, spogliandosi in parte, in risposta a molestie ricevute per la presunta violazione del codice di abbigliamento islamico. La notizia delle sue condizioni è stata comunicata dalla portavoce del governo, Fatemeh Mohajerani, attraverso il quotidiano Ham-Mihan, che ha rivelato che Daryaei ha necessitato di assistenza medica.
Incidente e Reazioni
Secondo le testimonianze, Daryaei ha avuto un acceso confronto con le guardie addette al rispetto del hijab e, in un atto di sfida, ha deciso di togliersi il velo in presenza delle sue compagne, che seguivano la scena da una finestra. Il clamoroso atto di ribellione, documentato in un video diventato virale sui social, ha attirato l’attenzione sulle violenze perpetrate da agenti non in uniforme, che avrebbero agito con forza per portare la giovane via da quel luogo.
Nonostante la gravità della situazione, la portavoce del governo ha affermato che non è stato aperto alcun fascicolo giudiziario, definendo l’episodio un «problema sociale» piuttosto che una questione di sicurezza. Questo approccio solleva interrogativi sulla gestione delle violazioni al codice di abbigliamento e sull’operato delle forze dell’ordine in Iran.
Le Condizioni di Ahou Daryaei
Le condizioni attuali di Ahou Daryaei rimangono incerte. Si segnala che l’etichetta di malattia psichiatrica è stata talvolta utilizzata dalla Polizia morale per stigmatizzare donne e figure pubbliche che si sono ribellate alle rigide norme di abbigliamento, specialmente durante le proteste che hanno accompagnato i disordini del 2022 in Iran. Alcuni rapporti non ufficiali suggeriscono che Daryaei possa trovarsi in uno stato di coma, evidenziando le gravi conseguenze delle politiche repressiva della polizia religiosa.
Questo tragico incidente richiama alla memoria la storia di Mahsa Amini, la ventiduenne che fu arrestata il 13 settembre 2022 per non aver indossato correttamente l’hijab. Amini è deceduta in circostanze misteriose tre giorni dopo il suo arresto, innescando una serie di proteste di vasta portata in tutto il paese. Le manifestazioni in risposta alla sua morte sono state descritte dai media come le più significative dalla Rivoluzione Verde del 2009, sottolineando la crescente disobbedienza delle donne iraniane nei confronti delle normative restrittive.
Le reazioni popolari alle ingiustizie, che hanno visto molte donne rimuovere il velo o tagliarsi i capelli in segno di protesta, hanno dato vita a un movimento di resistenza che continua a crescere. Il caso di Daryaei non è un episodio isolato, ma parte di un contesto più ampio di lotta per i diritti civili e l’emancipazione della donna in Iran, un tema che suscita sempre maggiore attenzione a livello internazionale.
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