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Kabir Bedi: la storia dei figli Pooja, Adam e la tragica perdita di Siddharth

Kabir Bedi è padre di due figli, Pooja e Adam, e ha perso il figlio Siddharth, morto suicida a soli 25 anni a causa della schizofrenia.

La famiglia di Kabir Bedi: Pooja e Adam

Kabir Bedi, noto attore indiano e celebrità internazionale, ha avuto tre figli da diverse relazioni. La sua primogenita, Pooja Bedi, è nata dalla relazione con la ballerina e attrice indiana Protima Gupta. Pooja è oggi una personalità affermata nel mondo dello spettacolo indiano, nota per la partecipazione a programmi come Bigg Boss e Fear Factor, e ha intrapreso una carriera di successo nel panorama di Bollywood. Risiede tra Mumbai e Doha e ha due figli, consolidando la discendenza di Kabir con una nuova generazione. “Ho due figli, Pooja e Adam,” ha raccontato Kabir in un’intervista a Verissimo, “lei è molto bella e ha due figli suoi, vive tra Mumbai e Doha, ha avuto grande successo nella vita”.

L’ultimo figlio, Adam Bedi, è nato dal matrimonio con la seconda moglie di Kabir, Susan Humphreys. Adam si è trasferito a Los Angeles, dove lavora come modello e attore e ha costruito una carriera solida e indipendente. Kabir ha espresso grande orgoglio per i risultati dei suoi figli, riconoscendo l’importanza della felicità nelle loro vite: “Mio figlio Adam lavora a Los Angeles, ha trovato moglie dopo un divorzio, mi ha dato molta felicità il fatto che i miei figli abbiano trovato gioia, come è successo a me…”

Il dolore della perdita di Siddharth

Nonostante i successi familiari, Kabir ha affrontato anche uno dei dolori più grandi che un genitore possa provare: la perdita del figlio Siddharth Bedi. Nato dal matrimonio con Protima Bedi, Siddharth è morto suicida nel 1997, a soli 25 anni, dopo una lunga lotta contro la schizofrenia. La sua tragica morte ha profondamente segnato la vita di Kabir, che ha parlato apertamente di questo episodio difficile sia nei media che nel suo libro. Durante la sua partecipazione al Grande Fratello Vip, l’attore ha ricordato quei giorni dolorosi, affermando: “È il più grande dolore che esiste.”

Kabir ha raccontato le difficoltà di comprendere e affrontare la malattia mentale di Siddharth, che si manifestava con momenti di estrema gentilezza alternati a episodi di aggressività. La diagnosi della schizofrenia di Siddharth è stata tardiva e per molto tempo la famiglia non è riuscita a capire la natura del suo malessere, che si è aggravato dopo un incidente in Canada. “Lui era molto gentile, un buon uomo, non un violento. Soffriva di schizofrenia e per tre anni nessuno aveva capito bene cosa succedeva con varie diagnosi”, ha raccontato Kabir.

Kabir ha cercato di sostenere Siddharth in ogni modo, portandolo a Los Angeles per sottoporlo a cure specialistiche. Nonostante gli sforzi, Siddharth non riusciva a convivere con gli effetti collaterali delle medicine, che alteravano il suo stato mentale. Secondo il racconto di Kabir, suo figlio sentiva che le medicine lo facevano sentire come “ubriaco” e spesso preferiva evitarle, ritenendo di stare meglio senza di esse. “Io dovevo forzarlo a prendere le medicine”, ha ammesso l’attore, che ha riflettuto su quanto sia difficile per una persona con problemi mentali accettare i trattamenti, soprattutto quando questi portano effetti indesiderati.

Il senso di colpa e il desiderio di salvare Siddharth

Kabir ha confessato di sentirsi colpevole per non essere riuscito a impedire la tragica decisione del figlio di togliersi la vita. La scelta di Siddharth è avvenuta dopo una discussione con Kabir, un episodio che l’attore descrive nel suo libro come il momento in cui un padre tenta disperatamente di fermare il figlio da un gesto estremo. “Mi sento in colpa. Penso che ci sia qualcosa che avrei potuto fare per cambiare la sua mente,” ha dichiarato Kabir. Il dolore per la perdita di Siddharth rimane ancora vivo in lui, anche se l’attore spera che le persone non perdano mai la speranza, soprattutto grazie ai progressi della medicina negli ultimi anni: “Non voglio che le persone perdano la speranza perché adesso le medicine sono molto più efficaci.”

Kabir Bedi ha spiegato come la schizofrenia depressiva di Siddharth fosse una malattia complessa, con sintomi che rendevano difficoltoso capire appieno il suo stato d’animo. La malattia mentale del figlio è stata un peso immenso, portando l’attore a riflettere a lungo sul ruolo di un genitore in una situazione simile. Nonostante gli sforzi, la sensazione di aver potuto fare di più per il figlio persiste in Kabir, un peso che ancora oggi porta con sé e che ha voluto condividere pubblicamente per sensibilizzare sulla sofferenza legata alle malattie mentali.

Il supporto di Parveen Dusanji e la nuova vita

Accanto a Kabir oggi c’è sua moglie, Parveen Dusanji, che rappresenta un punto di riferimento e una fonte di stabilità per l’attore. Kabir non nasconde la gratitudine per l’amore e la serenità che Parveen ha portato nella sua vita. “Mia moglie mi ha dato tanto amore, tanta gioia e ha cambiato la mia vita in modo molto positivo. Provo profonda gratitudine per tutto quello che ha portato dentro la mia vita”, ha dichiarato Kabir. Parveen ha avuto un ruolo fondamentale nell’aiutare Kabir a ritrovare un equilibrio, supportandolo nel ricostruire una vita serena dopo le difficoltà vissute.

Il ricordo di Siddharth e l’importanza della consapevolezza sulle malattie mentali

La vicenda di Siddharth continua a rappresentare una lezione importante per Kabir e un monito su quanto sia cruciale comprendere e supportare chi soffre di malattie mentali. Condividere la sua storia ha permesso a Kabir di sensibilizzare il pubblico sull’importanza di una maggiore attenzione verso i problemi psicologici, oltre che sui progressi della medicina. Kabir spera che la sua testimonianza possa aiutare altre famiglie a comprendere meglio e ad accettare i propri cari, evitando che altre persone si trovino ad affrontare una tragedia simile.

Pooja e Adam Bedi restano i pilastri della sua vita. Attraverso di loro, Kabir porta avanti un’eredità di resilienza e speranza, cercando di superare il dolore della perdita e mantenendo vivo il ricordo di Siddharth.

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