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Mattia Pasini: dopo la scomparsa di Simoncelli, volevo lasciare, noi piloti siamo vulnerabili come insetti

Intervista a Mattia Pasini, ex pilota del Motomondiale e attuale commentatore della MotoGP su Sky. Dalla profonda amicizia con Marco Simoncelli alla nuova vita da wild card e imprenditore con innovative simulazioni: “Ho creato un simulatore”.

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Mattia Pasini rappresenta un capitolo importante nella storia del motociclismo italiano. Fin da giovane si è distinto per il suo talento nelle competizioni motociclistiche, affrontando una carriera segnata da sfide, cadute e momenti di grande gloria. Dall’inizio nelle competizioni giovanili fino a diventare un protagonista rispettato della Moto2, Pasini ha dimostrato tenacia e passione, rendendosi protagonista anche di una significativa evoluzione nel suo percorso personale e professionale.

La nuova vita di Mattia Pasini: commentatore e imprenditore

“Come va la vita di Mattia Pasini adesso?” Con queste parole inizia una riflessione profonda sulla sua nuova vita, post-carriera. Pasini spiega: “Negli ultimi anni, in particolare dopo il periodo del COVID-19, ho trovato una nuova dimensione. Sono diventato commentatore a tempo pieno per Sky, e mi sento parte di una famiglia che mi accoglie con entusiasmo. Provo sempre a offrire un punto di vista unico, data la mia esperienza come pilota, per trasmettere emozioni e conoscenze agli spettatori”.

Oltre al commento delle gare, Pasini ha intrapreso una carriera imprenditoriale avviando Res-Teck, una società che sviluppa simulatori di guida. “È nato come un hobby, ma è diventato un vero e proprio business internazionale. La sfida di partire da un’idea e vederla crescere così tanto in tre anni è stata incredibile. Oggi divido il mio tempo tra le gare, il commento e la gestione della mia azienda”, racconta Pasini.

Questo nuovo capitolo comporta anche una continua preparazione fisica, fondamentale per competere ad alti livelli, anche solo per poche gare all’anno. “La disciplina e l’impegno sono sempre necessari, anche se mi dedico solo a due eventi annuali”, sottolinea il pilota.

Le sfide delle wild card e il futuro di Pasini

Riguardo alla sua esperienza come wildcard nel Motomondiale, Pasini sottolinea il fascino e le difficoltà di questa modalità: “Ho creato un team indipendente per partecipare a poche gare nella stagione. Questo approccio ci consente di vivere le competizioni in modo autentico, malgrado le molteplici sfide, specialmente il livello altissimo attuale che rende difficile eccellere con così poche opportunità di gara”. La competizione è agguerrita, e ogni errore può risultare fatale.

Quando si parla del futuro, Pasini rivela: “Mi sto avvicinando ai 40 anni, e devo iniziare a pensare a cosa farò dopo la corsa. Vorrei trovare una strada che mi porti lontano dalle competizioni a questi livelli, perché l’impegno richiesto è enorme”. Si tratta di un tema ricorrente tra ex piloti, che devono affrontare la transizione verso nuove vite dopo annate di stress e adrenalina.

“Il costo per gareggiare con una wild card è elevato. Tra logistica, attrezzature e ricambi, ci vogliono circa 50.000 euro a gara”, precisa Pasini. “Un team di Moto2 ha budget che superano il milione di euro per una stagione. I costi reali possono arrivare dai due ai tre milioni. È un mondiale costoso, e non è facile sostenerlo.”

Parlando di Res-Teck, Pasini continua: “La mia esperienza nei videogiochi di corse è stata fondamentale. Ho sempre adorato il mondo della simulazione e, in questo periodo di lockdown, ho potuto approfondire la materia e, con un amico, abbiamo creato dei simulatori davvero innovativi. Oggi vendiamo simulatori a un pubblico molto vasto.”

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Pasini ricorda con nostalgia il suo passato, raccontando: “Ho iniziato a correre in minimoto a tre anni. Per me, la moto è un amore innato, uno stile di vita. Ho affrontato sfide immani, come l’incidente che mi ha tenuto lontano dalle competizioni per un lungo periodo, eppure sono sempre tornato in sella”.

Ancora oggi si sente legato a Marco Simoncelli, amico e compagno di avventure, e talenti attuali come Pecco Bagnaia, con cui ha condiviso il paddock e sulla cui carriera ha grande fiducia: “Bagnaia è un grande pilota e una persona straordinaria. È evidente che combina talento, intelligenza e preparazione, elementi essenziali per raggiungere il successo”.

Al termine di questa lunga chiacchierata, Pasini non nasconde un certo rammarico: “Non essere mai diventato campione del mondo resta un rammarico, nonostante gli ottimi risultati. La mia carriera è stata piena di alti e bassi, ma oggi sono soddisfatto di dove mi trovo e di ciò che ho costruito”.

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