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Fermare gli affitti brevi e l’iperturismo: la ricerca di una casa diventa un’impresa ardua

Negli ultimi giorni, attivisti del Social Forum per l’Abitare hanno effettuato un’occupazione simbolica della sede di Booking a Roma. Lo scopo è protestare contro le conseguenze del crescente numero di B&B e affitti brevi, avvertendo che “con il Giubileo, vivere a Roma sta diventando impossibile per decine di migliaia di cittadini”.

L’emergenza abitativa a Roma nella prospettiva del Giubileo

Con l’apertura della Porta Santa per il Giubileo a breve distanza, aumentano le preoccupazioni riguardo all’impatto di questo evento sulla città, particolarmente in relazione alla crisi abitativa. Se l’emergenza casa rappresenta ormai una condizione cronica per molti romani, l’espansione degli affitti brevi, facilitata dalle piattaforme online come Booking e Airbnb, ha ulteriormente intensificato la già difficile situazione del mercato immobiliare. Questo porta a un rialzo dei prezzi degli affitti, sottraendo spazio abitativo a chi cerca di risolvere il problema della propria residenza.

Le ripercussioni sono evidenti: un aumento degli sfratti e un numero crescente di famiglie e giovani che destinano quasi l’intero reddito al pagamento della casa. In tale contesto, gli attivisti del Social Forum per l’Abitare hanno deciso di alzare la voce, occupando la sede di Booking in via Curtatone, a pochi passi dalla Stazione Termini. Tra i partecipanti, rappresentanti di realtà come Nonna Roma, Sparwasser e Brancaleone.

Andrea Alzetta, portavoce di Spin Time, ha dichiarato: “È essenziale rivalutare un modello di sviluppo turistico che non solo svaluta il mercato immobiliare, ma favorisce anche speculazioni da parte di fondi immobiliari, arrecando danno ai lavoratori e ai cittadini”.

La responsabilità delle piattaforme digitali e la mancanza di intervento politico

Secondo una nota diffusa dagli attivisti, Booking è visto come il simbolo di un fenomeno globale che combina interessi tra piattaforme digitali, fondi speculativi, agenzie immobiliari e proprietari di case. Questi intrecci creano quotidiane difficoltà per migliaia di romani, mentre la mancanza di scelte politiche concrete da parte delle amministrazioni locali e nazionali contribuisce a una situazione insostenibile.

“Siamo di fronte a un’inevitabile espulsione da casa e dai quartieri”, affermano gli attivisti, evidenziando come questo trend metta in discussione la possibilità di vivere in una città dove le persone lavorano e si impegnano socialmente.

Nonostante le criticità, il comune di Roma sostiene che non ha potere per regolamentare efficacemente l’emergenza degli affitti brevi, ritenendo che la questione debba essere affrontata a livello nazionale. Questa mancanza di direzione politica è stata confermata in recenti interviste con importanti esponenti dell’amministrazione comunale, come l’assessore Alessandro Onorato e il sindaco Roberto Gualtieri, evidenziando quanto sia complesso affrontare questo problema senza un soutien leale da parte del governo centrale.

Il presidente di Nonna Roma, Alberto Campailla, ha dichiarato: “Il mercato della casa in Italia è uno dei meno regolamentati d’Europa. Questa anomalia sta generando una tensione insostenibile a Roma. Non possiamo rimanere inerti mentre la città cambia, e le persone perdono le loro abitazioni”.

Luca Blasi, assessore alla Cultura e al Diritto all’Abitare del III Municipio, ha affermato: “Le richieste avanzate sono giuste. È urgente fermare gli sfratti per l’anno giubilare e affrontare seriamente l’emergenza abitativa. L’amministrazione ha avviato piani interessanti, ma è necessario dare risposte immediate al problema degli affitti brevi”.

Infine, gli attivisti hanno annunciato che le prossime settimane saranno caratterizzate da un’intensificazione delle mobilitazioni. Una manifestazione è già pianificata per il 30 novembre, segno di un’attenzione crescente verso le vicende abitative della capitale.

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