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Come siamo riusciti a eseguire la prima risonanza magnetica della storia su una pecora vigile

Studiare il cervello degli animali attraverso tecniche di risonanza magnetica (MRI) ha spesso presentato sfide significative, in particolare quando si tratta di specie difficili da addestrare. Fino a oggi, le ricerche in questo campo erano state condotte principalmente su esseri umani e cani, animali in grado di mantenere la calma durante le procedure. Tuttavia, un innovativo studio pubblicato sulla rivista Behavior Research Methods ha dimostrato per la prima volta che è possibile addestrare con successo anche le pecore a sottoporsi a scansioni MRI senza l’uso di anestesia.

La Necessità di Nuovi Metodi per le MRI

Tradizionalmente, per effettuare una risonanza magnetica su una pecora, gli scienziati si sono visti costretti a ricorrere all’anestesia. Questa pratica, pur garantendo l’immobilità necessaria, comporta diversi rischi. Non solo l’anestesia mette a repentaglio la salute dell’animale, ma può anche influenzare le sue funzioni cerebrali, distorcendo i dati raccolti. Come ha sottolineato uno degli autori dello studio, “l’anestesia compromette completamente la natura non invasiva delle tecniche di imaging, obbligando a interventi medici che sono sia eticamente discutibili che potenzialmente rischiosi”.

Il protocollo sviluppato dai ricercatori francesi si basa su un approccio innovativo che utilizza il rinforzo positivo, come cibo e affetto, per addestrare le pecore a rimanere calme durante la procedura di imaging. Questo approccio non solo riduce i rischi associati all’anestesia, ma consente anche uno studio più accurato delle capacità cognitive degli ovini.

Il Protocollo Innovativo per l’Addestramento delle Pecore

Il processo di addestramento delle pecore a partecipare volontariamente agli esami di MRI si articola in due fasi fondamentali. Nella prima fase, le pecore sono guidate a rimanere tranquille in un ambiente controllato, associando il comportamento immobile a gratifiche positive. Nella seconda fase, gli animali vengono esposti al rumore e alle vibrazioni tipiche delle macchine per la risonanza magnetica, preparandoli così a sottoporsi all’esame senza stress.

Questa metodologia ha prodotto risultati sorprendenti: immagini cerebrali di alta qualità sono state ottenute da ben sei delle dieci pecore coinvolte nello studio. Questi risultati non solo dimostrano la fattibilità delle MRI su animali svegli, ma pongono anche le basi per futuri studi sulle funzioni cognitive transcendentali non solo delle pecore, ma di molte altre specie animali.

L’utilizzo di questa nuova tecnica riporta a galla una questione di etica nella ricerca animale: “Il nostro approccio mira a garantire il benessere delle pecore”, ha affermato uno dei leader dello studio. “Vogliamo esplorare le capacità cognitive degli animali in un contesto che non comprometta la loro salute o il loro comfort”.

Implicazioni Future per la Ricerca Neurocognitiva

L’importanza di questo studio va oltre la semplice applicazione della tecnologia MRI. Questo nuovo protocollo permette di indagare le funzioni cerebrali in modo molto più naturale, stabilendo un quadro preciso e veritiero delle funzioni cognitive. In particolare, consente l’osservazione di processi complessi come memoria e apprendimento senza l’influenza dei farmaci.

Questa innovazione offre opportunità enormi per avanzare la ricerca neuroscientifica sugli animali. Grazie ad un approccio più etico, è possibile condurre studi che rispettano il benessere degli animali e permettono di ottenere risultati significativi. “Siamo ora in grado di espandere le modalità con cui studiamo i comportamenti complessi”, ha aggiunto un altro membro del team. “La relazione che riusciamo a stabilire con questi mammiferi sociali, combinata con un po’ di affetto e premi, rappresenta un cambio di paradigma nella nostra ricerca.”

Concludendo, la rivoluzione nel campo della risonanza magnetica applicata alle pecore segna un avanzamento straordinario nella comprensione della neurocognizione animale, promettendo di esplorare territori finora inaccessibili nella ricerca scientifica e aprendo possibili applicazioni in ambiti zoologici e comportamentali.

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