Il fidanzato Costel Balan e il connazionale Gheorghe Ciprian Apetrei sono stati rinviati a giudizio per il presunto omicidio di Vera Schiopu, la giovane donna moldava trovata impiccata in un casolare tra Ramacca e Paternò. Secondo la Procura, i due sono accusati di avere simulato il suicidio della vittima.
La prima udienza del processo si terrà a novembre davanti la Corte d’assise di Catania. Gli imputati si sono sempre proclamati innocenti e sono difesi dagli avvocati Alessandro e Michela Lapertosa. L’inchiesta dei carabinieri è stata coordinata dal pm Alessandro Di Fede e dal procuratore facente funzioni Alberto Santisi.
I fatti risalgono all’agosto di due anni fa, quando i carabinieri intervennero in una casa di campagna nella piana di Catania e trovarono il corpo senza vita di Vera Schiopu. Accanto a lei c’era il suo compagno, un trentenne romeno, che aveva dichiarato si trattasse di un suicidio, nonostante le forze dell’ordine avessero subito notato delle discrepanze nella versione dei fatti.
Secondo gli investigatori, il presunto suicidio non sarebbe altro che una messinscena. “L’uomo aveva dichiarato che si trattava di un suicidio, facendo riferimento a un periodo difficile attraversato dalla 25enne, pur esprimendo sorpresa per il gesto estremo”, si legge nell’articolo.
Le indagini hanno evidenziato numerosi dettagli che non coincidono, soprattutto riguardo alla posizione del corpo, e alcuni elementi sospetti emersi dai rilievi scientifici. “Le forze dell’ordine si erano subito accorte che c’era qualcosa che non quadrava, sospetti poi confermati dall’unità investigativa del comando provinciale di Catania“, riporta l’articolo.
Il caso ha destato scalpore e attirato l’attenzione dei media nazionali. La famiglia della vittima chiede giustizia e spera che il processo faccia luce sulla morte di Vera Schiopu.
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