Man in the Dark, conosciuto anche come Don’t Breathe, diretto da Fede Alvarez, è un thriller/horror che gioca con le aspettative del pubblico, portando a un finale che ribalta i ruoli di vittima e carnefice. Il film, ambientato in un quartiere degradato di Detroit, segue tre giovani ladri che tentano di derubare un uomo cieco, ignari del pericolo che li attende.
Il Colpo che Diventa un Incubo
Il film si apre con Money, Rocky e Alex, tre giovani che pianificano un furto ai danni di un veterano cieco, convinti che la sua casa contenga una fortuna in contanti. Tuttavia, ciò che sembra un colpo facile si trasforma rapidamente in un incubo quando l’uomo si rivela essere un avversario formidabile. La casa, che inizialmente appare come una semplice abitazione, diventa una trappola mortale, e i ladri si trovano intrappolati in un gioco di sopravvivenza.
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Un Finale che Sfida le Aspettative
Nel climax del film, il cieco, interpretato da Stephen Lang, dimostra di non essere una vittima indifesa. Utilizzando la sua conoscenza della casa e la sua determinazione a difendersi, riesce a invertire le sorti del confronto. Il finale vede Rocky riuscire a fuggire con il denaro, ma non senza subire perdite significative. La tensione culmina in un confronto finale che lascia il pubblico a riflettere sulla moralità dei personaggi e sulle conseguenze delle loro azioni.
Fede Alvarez utilizza il film per esplorare temi di percezione e vulnerabilità, sfidando il pubblico a riconsiderare chi sia realmente la vittima. Il film evita incursioni nel sovrannaturale, mantenendo un tono realistico che accentua la tensione. La critica ha elogiato il film per la sua capacità di mantenere alta la tensione e per l’abilità di Alvarez nel giocare con i cliché del genere horror, offrendo al contempo una narrazione avvincente e visivamente accattivante.
Nonostante alcune critiche riguardo a inverosimiglianze nella trama, Man in the Dark è stato accolto positivamente per il suo approccio innovativo al genere thriller/horror. Il film dimostra la capacità di Fede Alvarez di creare storie coinvolgenti che spingono il pubblico a riflettere su temi complessi, pur rimanendo un’esperienza cinematografica avvincente e inquietante. Con un finale che lascia aperte molte domande, il film continua a stimolare discussioni tra gli appassionati del genere.
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