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Chi era Leonardo, morto suicida a Senigallia: la tragica storia di un adolescente vittima di bullismo

La tragica vicenda di Leonardo, il quindicenne di Senigallia morto suicida, ha scosso profondamente l’opinione pubblica italiana. Questo drammatico evento mette in luce ancora una volta il grave problema del bullismo nelle scuole e le sue potenziali conseguenze devastanti.

Il contesto: chi era Leonardo e cosa è successo

Leonardo era un ragazzo di 15 anni, studente al secondo anno dell’Istituto Professionale “Alfredo Panzini” di Senigallia, con indirizzo turistico-sportivo. Descritto come un giovane gentile e riservato, Leonardo aveva recentemente cambiato scuola, sperando di trovare un ambiente più adatto alle sue inclinazioni.La sera di domenica 13 ottobre 2024, Leonardo ha salutato il padre come di consueto, dicendo: “Buonanotte, sogni d’oro”. Tuttavia, invece di andare a dormire, il ragazzo è uscito di casa portando con sé la pistola del padre, un agente della polizia locale. Si è diretto verso un casolare abbandonato nelle campagne di Montignano, dove ha tragicamente posto fine alla sua vita.

Chi era Leonardo: le radici del suo disagio

L’avvocata della famiglia, Pia Perricci, ha rivelato dettagli importanti su chi era Leonardo e sulle difficoltà che stava affrontando:”Era un ragazzo molto educato, riservato, dal viso pulito, che si dedicava allo sport. Voleva vivere la vita dei suoi 15 anni, ma non gli è stato permesso.”Secondo quanto emerso, Leonardo era vittima di bullismo da parte di alcuni compagni di classe. Gli atti di vessazione includevano:

  • Insulti volgari e continui
  • Violenze fisiche, come “pizzicotti” dolorosi e percosse
  • Umiliazioni pubbliche, specialmente legate ai suoi modi gentili

La situazione era diventata così insostenibile che Leonardo aveva espresso il desiderio di abbandonare la scuola.

L’escalation del bullismo

I genitori di Leonardo, separati ma in buoni rapporti, avevano notato un cambiamento nel comportamento del figlio. L’avvocata Perricci ha spiegato:”Già dai primi giorni i genitori avevano notato in lui un cambiamento: era diventato più chiuso, cupo, svogliato. Poi, qualche settimana fa, aveva iniziato a dire loro che non voleva più andare a scuola, che al più avrebbe frequentato un istituto privato.”Leonardo si era confidato con i genitori riguardo alle vessazioni subite. Aveva persino tentato di affrontare uno dei bulli, come racconta l’avvocata:”Mercoledì o giovedì ha riferito alla mamma, in maniera orgogliosa, di aver preso coraggio e di essersi avvicinato a uno di questi ragazzi, di avergli dato la mano e di avergli detto ‘da adesso in poi però basta, facciamo che iniziamo ad essere amici’. ‘Mi sono comportato come farebbe un uomo’, ha detto ai genitori.”Purtroppo, questo tentativo di riconciliazione non ha fatto che peggiorare la situazione, intensificando gli atti di bullismo nei suoi confronti.

Le indagini e le responsabilità

La Procura di Ancona ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, affidato alla PM Irene Bilotta. Nella denuncia presentata dalla madre di Leonardo sono stati indicati i nomi di due ragazzi e una ragazza, compagni di classe ritenuti responsabili degli atti di bullismo.L’avvocata Perricci ha sottolineato l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema:”Ormai Leo non c’è più e la loro speranza è che venga fatta giustizia. Ma una giustizia che renda onore alle persone deboli, che faccia capire a tutti che il silenzio a volte uccide più di altro.”

Riflessioni sul bullismo e sulla prevenzione

La tragica storia di chi era Leonardo solleva importanti questioni sulla prevenzione del bullismo nelle scuole. L’avvocata Perricci ha evidenziato il ruolo cruciale che la solidarietà tra compagni può giocare:”Se quella classe fosse stata un po’ meno silenziosa e un po’ più solidale con Leo, con il nuovo arrivato, probabilmente lui non si sarebbe sentito solo e non avrebbe fatto ciò che ha fatto.”Questo caso mette in luce la necessità di:

  1. Implementare programmi di prevenzione del bullismo nelle scuole
  2. Formare insegnanti e personale scolastico sul riconoscimento dei segnali di disagio
  3. Promuovere una cultura di solidarietà e inclusione tra gli studenti
  4. Offrire supporto psicologico accessibile agli adolescenti in difficoltà

La storia di chi era Leonardo, morto suicida a Senigallia, è un tragico promemoria delle conseguenze devastanti che il bullismo può avere sulla vita dei giovani. È fondamentale che questa vicenda non cada nel dimenticatoio, ma serva da stimolo per un’azione concreta e coordinata contro il bullismo nelle scuole italiane.Le parole della madre di Leonardo, riportate dall’avvocata, risuonano come un monito per tutta la società: “Ma perché hanno voluto distruggere mio figlio?”. È una domanda a cui tutti noi siamo chiamati a rispondere, impegnandoci attivamente per creare un ambiente scolastico e sociale più sicuro, inclusivo e solidale per tutti i giovani.

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