Il principe di Roma: un omaggio alla romanità che evoca il cinema di Luigi Magni, con Marco Giallini nei panni di un borghese avido nell’800.
Il principe di Roma, film del 2022 diretto da Edoardo Falcone, arriva in prima visione TV su Rai 1 mercoledì 9 ottobre 2024. Questa commedia storica, ambientata nella Roma papalina del 1829, vede protagonista Marco Giallini nei panni di Bartolomeo, un ricco borghese ossessionato dall’idea di ottenere un titolo nobiliare.
La trama si sviluppa intorno al piano di Bartolomeo di acquistare il titolo di principe attraverso un accordo segreto con il Principe Accoramboni, interpretato da Sergio Rubini. Il suo percorso, però, prende una piega inaspettata quando incontra tre misteriosi fantasmi che lo conducono in un viaggio attraverso il tempo, costringendolo a confrontarsi con sé stesso e a riconsiderare le proprie ambizioni.
Il principe di Roma non è basato su una storia vera, ma trae ispirazione dal celebre racconto “Canto di Natale” di Charles Dickens. Il film, tuttavia, si inserisce in un contesto storico reale e significativo per la Roma dell’epoca: il 1829 segnò infatti il passaggio dal conservatore Papa Leone XII al più liberale Pio VIII, un cambiamento che avrebbe potuto influenzare il corso della storia se non fosse stato per la prematura morte di quest’ultimo nel 1830.
Un cast stellare per una Roma d’altri tempi
Il film vanta un cast di prim’ordine che dà vita a personaggi storici e immaginari. Oltre a Marco Giallini e Sergio Rubini, troviamo:
- Giulia Bevilacqua nel ruolo di Teta
- Filippo Timi che interpreta sia Giordano Bruno che uno scrivano
- Giuseppe Battiston nei panni di Papa Alessandro VI Borgia
- Denise Tantucci come Beatrice Cenci.
La presenza di questi attori contribuisce a creare un affresco vivido della Roma ottocentesca, mescolando abilmente elementi storici e di fantasia.
L’eco di Luigi Magni nel cinema romano
Guardando Il principe di Roma, è impossibile non pensare al regista Luigi Magni, vero e proprio cantore della romanità cinematografica. Magni, scomparso nel 2013, ha lasciato un’impronta indelebile nel cinema italiano con i suoi film ambientati nella Roma papalina e risorgimentale.
Tra le sue opere più celebri ricordiamo:
- “Nell’anno del Signore” (1969)
- “La Tosca” (1973)
- “In nome del Papa Re” (1977)
- “In nome del popolo sovrano” (1990).
Questi film, caratterizzati da un sapiente equilibrio tra commedia e dramma, hanno saputo catturare l’essenza della romanità in modo unico, proprio come cerca di fare Il principe di Roma.
Un omaggio alla tradizione cinematografica romana
Il principe di Roma si inserisce in una tradizione cinematografica che include non solo i film di Magni, ma anche classici come “Il Marchese del Grillo” con Alberto Sordi. Il film di Falcone sembra voler rendere omaggio a questa tradizione, pur mantenendo una propria identità e originalità.
La scelta di Marco Giallini come protagonista si rivela particolarmente azzeccata. L’attore romano riesce a incarnare perfettamente lo spirito del suo personaggio, donandogli quella miscela di simpatia e antipatia che lo rende credibile e coinvolgente.
Un viaggio nel tempo e nello spirito di Roma
Il principe di Roma si presenta come un’interessante commedia storica che, pur non basandosi su fatti realmente accaduti, riesce a catturare lo spirito di un’epoca e di una città. Il film offre agli spettatori un viaggio nel tempo attraverso la Roma papalina, mescolando abilmente elementi storici, fantastici e comici.
Mentre lo si guarda, è naturale chiedersi cosa ne avrebbe fatto Luigi Magni di una storia simile. Il regista romano avrebbe probabilmente infuso nella narrazione quella profonda conoscenza della storia e dello spirito di Roma che ha caratterizzato tutta la sua filmografia.
In conclusione, Il principe di Roma si propone come un degno erede della tradizione cinematografica romana, offrendo al pubblico un’esperienza divertente e al contempo ricca di spunti di riflessione sulla storia e sulla natura umana.
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